Si è svolto nella mattinata di ieri a Venticano il previsto incontro informativo/divulgativo per presentare le disposizioni nazionali e gli adempimenti relativi alle norme di commercializzazione dell’olio d’oliva, introdotte dal Decreto Ministeriale n. 8077 del 10/11/2009, emanate a seguito del Regolamento (CE) n. 182/09. L’incontro è stato organizzato dalla Coldiretti di Avellino con l’Associazione Provinciale Produttori Olivicoli Irpini (APPOI) e vi hanno preso parte un ampio numero di aziende interessate ai nuovi adempimenti (frantoi, imprese di condizionamento e commercianti di olio sfuso) provenienti dalle provincie di Avellino e Benevento, a cui era stato esteso l’invito. Erano presenti i direttori della Coldiretti di Avellino, Marcello De Simone, e quello di Benevento, Luigi Auriemma, nonché il responsabile dell’ufficio olivicolo di Coldiretti nazionale, Benedetto Orlandi, i dirigenti dell’Agea, Vincenzo Peluso e del Sin, Romeo Vanzini.
Ha introdotto i lavori Marcello De Simone, che aveva voluto ed organizzato l’incontro, e che si è soffermato sull’importanza dello stesso per dare indicazioni chiare e puntuali ai soggetti della filiera olivicola interessati. De Simone ha anche auspicato che questo possa rappresentare il primo di una serie di incontri in cui tutte le parti della filiera possano confrontarsi costantemente per affrontare al meglio il mercato. Benedetto Orlandi ha inquadrato la nuova normativa in materia di etichettatura d’origine degli oli extravergini e vergini d’oliva nel quadro più complessivo della politica Coldiretti per la costruzione di una Filiera Agricola tutta Italiana in cui ci sia certezza dell’origine della materia prima, in questo caso, le olive, in modo da mettere il consumatore nelle condizioni di poter scegliere responsabilmente e con contezza quale olio comprare, essendo adeguatamente informato grazie ad un’etichetta chiara e trasparente. Coldiretti ha voluto fortemente e ha lavorato intensamente affinché si arrivasse a fare chiarezza nel settore e i nuovi adempimenti sui registri di carico e scarico telematici per i soggetti della filiera vanno proprio nella direzione di dare trasparenza all’olio commercializzato in Italia e di contrastare il doppio furto che subisce l’agricoltura nazionale: di valore e di identità. Il registro di carico e scarico telematico, la cui adozione è entrata in vigore dallo scorso 1 luglio, è lo strumento che permetterà di capire quanto olio si produce e si commercializza in Italia (oggi i dati non sono univoci tra i diversi rilevamenti), per fare, quindi, chiarezza e smascherare le contraffazioni e gli imbrogli del falso made in Italy. Peluso per Agea, e Vanzini per il Sin, la società che ha predisposto il software informatico di gestione, hanno presentato tecnicamente le novità introdotte dal D.M. 8077 e gli adempimenti a cui sono chiamati i soggetti interessati, sia da un punto di vista normativo che in riferimento all’applicativo informatico. Per l’applicazione delle disposizioni del Decreto, i frantoi devono essere registrati sul Sian. Il Portale mette a disposizione un apposito applicativo per poter registrare i dati di carico e scarico delle olive e degli oli extra vergini e vergini d’oliva. I controlli saranno effettuati dall’Istituto Centrale per il controllo della qualità e repressione frodi mediante la predisposizione di un apposito piano dei controlli che riguarda tutte le fasi della filiera. Ai fini dei controlli, i frantoi, le imprese di condizionamento e i commercianti di olio sfuso sono obbligati alla tenuta di un registro, gestito in modalità telematica sul Sian, per ogni stabilimento e deposito, nel quale sono annotati le produzioni, i movimenti e le lavorazioni dell’olio extra vergine di oliva e dell’olio d’oliva vergine. Sono esentati dalla tenuta dei registri gli olivicoltori che commercializzano olio allo stato sfuso e/o confezionato, purché ottenuto esclusivamente dalle olive provenienti da oliveti della propria azienda, molite presso il proprio frantoio o di terzi, in quanto l’obbligo si intende assolto dall’insieme delle informazioni disponibili a GIS, nel Sian, nonché desumibili dalla relativa documentazione commerciale ed amministrativa. In ogni caso, anche questa tipologia di produttori è tenuta a dare comunicazione ad Agea delle condizioni di esonero. Anche per gli oli assoggettati ad un sistema di controllo delle DOP/IGP, gli obblighi di registrazione si intendono assolti in base alle relative disposizioni nazionali applicative specifiche. I soggetti interessati alla tenuta dei registri devono obbligatoriamente costituire o aggiornare il fascicolo aziendale. Le registrazioni sul Portale devono essere effettuate entro e non oltre il sesto giorno successivo a quello dell’operazione, giorni festivi compresi (tale limite viene elevato a sette giorni, laddove non ci fosse una sufficiente copertura della banda larga). Sono previste pesanti sanzioni per gli inadempienti, e già alcune violazioni sono state evidenziate dai primi controlli effettuati (recipienti di stoccaggio privi del dispositivo di misurazione e privi di un cartello che indichi la denominazione dell’olio, documenti per la movimentazione privi delle indicazioni obbligatorie). I CAA possono essere delegati ad inserire ed aggiornare i dati sul Portale Sian da parte dei soggetti obbligati. Il CAA Coldiretti/Impresa Verde Avellino ha attivato un apposito servizio onde poter corrispondere al meglio e con professionalità alle richieste di assistenza che possano venire dai soggetti della filiera.
In definitiva, che nel settore olivicolo ci fosse bisogno di chiarezza e di trasparenza è dimostrato da un dato per tutti: nel 2004 (prima, cioè, del disaccoppiamento) la produzione di olio dichiarata in Italia era di 900.000 tonnellate, nella campagna 2010-2011 tale produzione è stata di 327.721 tonnellate! Chiarezza, quindi, nell’interesse della filiera agricola italiana.
“Ai consumatori, che sono i primi alleati dei produttori veri, occorre raccomandare attenzione - ha dichiarato in margine all’incontro il direttore della Coldiretti irpina, Marcello De Simone. - Perché spesso dietro un prezzo basso si nasconde olio proveniente dall’estero e spesso non d’oliva. L’etichettatura d’origine, di cui Coldiretti è stata la principale fautrice, intende fare chiarezza. Da qui l’invito ai consumatori di leggere le etichette per capire cosa si sta acquistando”.
4 Novembre 2011
Sull’olio: incontro informativo con i frantoi