Non solo differenze tra nord e sud, ma anche tra città e campagne dove in Italia ci sono più di 800 mila pensionati coltivatori diretti con pensioni non superiori a 480 euro al mese che stanno vivendo un periodo estremamente difficile, ma che, nonostante questo, sono anche impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti in occasione dello studio territoriale dell’Istat sui trattamenti pensionistici dalla quale si evidenzia che alla disparità di trattamenti nelle aree rurali si aggiunge anche la carenza di servizi sociali che rende più difficile la vita degli anziani, dagli ospedali alle poste. La maggioranza dei coltivatori diretti pensionati riceve meno della metà di mille euro - afferma il presidente di Federpensionati Coldiretti, Antonio Mansueto – nel sottolineare che “i nostri pensionati comprendono la difficile situazione del Paese, ma non possono tacere sull’insostenibilità sociale della situazione dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sulle quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico”. Da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse ma va anche riconosciuto - conclude Mansueto - un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza
27 Settembre 2014
Pensioni: gap tra città e campagna