Dallo spumante fatto invecchiare nel più profondo degli abissi marini all’originale coltivazione di bambù interamente Made in Italy, dal ritorno dell’assenzio, elisir tanto amato dai poeti maledetti, fino agli agridetersivi ecologici. Sono queste solo alcune delle idee creative per battere la crisi presentate al concorso “Oscar Green” 2012, il premio per l’innovazione dei Giovani della Coldiretti con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, al Circo Massimo a Roma nell’ambito del primo Festival Nazionale della Campagna Amica, “Cibi d’Italia”, il più grande mercato degli agricoltori (farmers’ market) nel mondo.
Tra i finalisti nella categoria “Stile e cultura d’impresa” c’era l’irpino Vito Pagnotta di Monteverde, che pur non avendo ottenuto l’Oscar, andato per pochi voti di differenza al cosentino Luigi Adinolfi che ha proposto un amaro alle olive, ha avuto comunque una grossa affermazione. La sua proposta di una birra agricola fatta esclusivamente con materia prima della sua azienda ha avuto ampi riconoscimenti da tutta Italia ed è stata giudicata “molto significativa” dalla Giuria del premio.
Essere stato scelto tra centinaia di aziende per la sua vivacità imprenditoriale e capacità innovativa è un motivo di orgoglio e un viatico eccezionale per futuri successi imprenditoriali che sicuramente il giovane Vito merita. Da Monteverde a Roma in una manifestazione con il ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, e il presidente di Coldiretti, Sergio Marini a complimentarsi con lui, è sicuramente un incoraggiamento e un apprezzamento di quanto Vito ha realizzato e di quanto ancora sta facendo per innovare ulteriormente. Un riconoscimento che è anche motivo di orgoglio per la terra e l’agricoltura irpina, che nonostante le difficoltà del momento, riesce ad esprimere, in agricoltura e non solo, punte di eccellenza imprenditoriali e produttive, capaci di competere con quanto di meglio oggi esiste nel panorama agricolo nazionale.
“Noi abbiamo vinto!!! Essere stati selezionati e scelti tra 1200 partecipanti è già una vittoria. E quando sei sul podio non è importante il primo, secondo o terzo posto, se sei sul podio è perché hai vinto!!!!” Questa la dichiarazione di Vito Pagnotta a caldo, subito dopo la conclusione della cerimonia di premiazione.
A Vito Pagnotta i complimenti di tutti gli amici della Coldiretti di Avellino e di quelli che lo hanno votato.
IL MUGNAIO DIVENTA BIRRAIO E FA RIPARTIRE L’AZIENDA
La storia dell’azienda Vito Pagnotta di Monteverde
In un chicco di cereale il crocevia di generazioni: il mugnaio fa largo al birraio e la birra fa rinascere l’impresa. Là dove si produceva il grano oggi nasce un’ottima birra artigianale. L’azienda Pagnotta ha puntato sulla ricerca e sulla qualità, trasformando i propri cereali nella materia prima per la produzione artigianale della birra. Vito si è affidato ai monaci trappisti del Belgio, noti mastri birrai, per riuscire a produrre la migliore birra che questa terra avrebbe mai potuto partorire. Un’intera vita dei suoi cari, soprattutto del padre e del nonno passata tra i chicchi del grano e dei cereali trasformandoli i in farina, biscotti e pasta che però a lui e alla sua nuova azienda non bastava più. Così un giorno decide di mettere insieme le sue competenze con quelle dell’istituto sperimentale cerealicolo di Foglia e del Cerb di Perugia per dare vita ad una ricerca finalizzata a creare un’inimitabile birra artigianale. Dalle vette campane ai monasteri belgi, i mastri birrai dicono ‘sì’ alla birra di Monteverde. E’ il primo passo che lo porterà fino in Belgio, tra quelli che in tutto il mondo sono considerati i più validi mastri birrai, i monaci trappisti. A loro è affidato il compito di tirare fuori il meglio che quei chicchi possano esprimere. E’ così che nasce la sua birra artigianale, orgoglio della tenuta Pagnotta ed eccellenza italiana.