Si è svolto il 21 settembre scorso a Bruxelles l’incontro annuale tra Unione Europea e Turchia, incontro a cui ha partecipato, come sempre, Coldiretti.
L’incontro è tradizionalmente un momento di confronto tra le delegazioni dell’UE e della Turchia, interessante per valutare la situazione di mercato delle due aree di maggiore produzione mondiale di nocciole, per analizzare i reciproci meccanismi di sostegno e per il confronto, a volte anche aspro, sulle problematiche del settore.
Le previsioni indicano una produzione mondiale sostanzialmente in ripresa, per effetto soprattutto della produzione della Turchia, paese che, come noto, copre mediamente ben oltre il 70% del totale della produzione ed influenza fortemente l’andamento del mercato delle nocciole. Il raccolto turco è stimato in crescita attorno alle 660.000 tonnellate, dopo la forte contrazione a 430.000 tonnellate del 2011, in ogni caso ben lontano dai livelli produttivi record raggiunti nel 2008 con 860.000 tonnellate. Molto migliore sarebbe anche la situazione degli stock di magazzino delle annate precedenti, fortemente ridotti rispetto allo scorso anno. Negli altri paesi sono attese delle contrazioni, anche forti, determinate soprattutto dall’andamento climatico freddo in epoca di fioritura e siccitoso durante la stagione.
Per l’Italia, il secondo produttore mondiale, dopo le 128.000 tonnellate del 2011, dato che ha rilanciato la produzione nazionale oltre la soglia delle 100.000 tonnellate, è attesa una contrazione del 30% circa, con una buona qualità del prodotto. In calo sono previste anche le produzioni di USA e Spagna. La produzione mondiale si attesterebbe ad un livello inferiore alla soglia delle 900.000 tonnellate, un livello ancora in equilibrio con i consumi mondiali, stimati dalla Turchia in crescita nel 2012 a 465.000 tonnellate di prodotto sgusciato.
Particolarmente animato è risultato lo scambio di vedute tra le due delegazioni sulle rispettive politiche di sostegno al settore, sintomo evidente del timore di politiche distorsive del mercato. Se è chiara la situazione delle nocciole in ambito comunitario, con il sostegno disaccoppiato a partire dal 2012, non altrettanto chiara è l’effetto delle politiche turche, con particolare riferimento alle misure di espianto delle superfici non vocate. La Turchia ha, in sostanza, identificato le aree vocate, attivando dei programmi di espianto delle superfici classificate come non vocate.
Tali superfici, che dovrebbero avere una estensione di circa 200-240.000 ettari, si erano ridotte, nel corso della 1° campagna di espianto, di solo 354 ettari, mentre per le due campagne successive non sono stati forniti dati. Il dato che lascia perplessi è quello delle superfici totali dichiarate dalla Turchia, 696.964 ettari nel 2011 dichiarate nell’incontro di quest’anno, 688.000 ettari nel 2010 nella presentazione dello scorso anno, in contraddizione con le dichiarazioni di attuazione di politiche di espianto. La discussione si è poi spostata sul tema controlli e aflatossine.
La delegazione turca, dopo aver dato atto all’UE di aver ridotto dal 10 al 5% la percentuale dei controlli sul prodotto in ingresso, sulla scorta di un miglioramento della situazione sanitaria del loro prodotto, peraltro determinata anche dall’innalzamento dei limiti ammissibili avvenuto nel 2010, testimoniata dalla riduzione delle notifiche del sistema di allarme rapito UE (RASFF), ha avanzato all’UE la richiesta di ridurre le tempistiche relative alla permanenza in dogana ed alleggerire ulteriormente i controlli. L’UE ha annunciato che in ogni caso ad ottobre vi sarà una missione della Direzione generale della sanità dell’UE in Turchia, per verificare la situazione della produzione e delle strutture di stoccaggio turche. Da più parti sono stati infatti espressi timori per la crescita della produzione turca 2012 che non consentirebbe, come invece avvenuto nel 2011, uno stoccaggio adeguato della grande quantità di nocciole attesa. Coldiretti ha infine evidenziato alla delegazione turca, ma anche alla Commissione Europea, come sia utopistico parlare di libero mercato tra UE e Turchia, quando le condizioni di produzione tra i due leader mondiali della nocciola sono assolutamente diverse, per regole ambientali, fitofarmaci utilizzabili, normativa sul lavoro.
“In sostanza è emerso un quadro improntato alla crescita della produzione, ma non così forte come si poteva temere – riflette il presidente di Coldiretti Avellino, Francesco Vigorita -. E’ importante che i singoli operatori e le strutture organizzate irpine non svendano il prodotto, vista la riduzione del raccolto e la buona qualità dello stesso”.
25 Settembre 2012
Nocciole: produzione mondiale in ripresa