24 Marzo 2012
Made in Italy: nel piatto più olio straniero che italiano
     L’arrivo in Italia di olio di oliva straniero ha raggiunto il massimo storico di 584mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale, in calo nel 2011 a 483mila tonnellate. E’ quanto emerge da una analisi presentata dalla Coldiretti nel corso dell’iniziativa “Per il futuro dell’olio italiano” promossa insieme a Fondazione Symbola e Unaprol. Il risultato del sorpasso è il fatto che oggi la maggioranza delle bottiglie di olio provengono da olive straniere senza che questo sia sempre chiaro ai consumatori ma - sottolineano Coldiretti, Symbola e Unaprol - si assiste anche ad una forte riduzione della qualità dell’olio in vendita oltre che a una pericolosa proliferazione di truffe e inganni. L’Italia è il primo importatore mondiale di olio che per il 74 per cento - precisano Coldiretti, Symbola e Unaprol - viene dalla Spagna, il 15 per cento dalla Grecia e il 7 per cento dalla Tunisia.
     Nel 2011 - continuano Coldiretti, Symbola e Unaprol - si è dunque verificato un ulteriore aumento del 3 per cento nelle importazioni di olio di oliva dall’estero che sono quasi triplicate negli ultimi 20 anni (+163 per cento), sommergendo di fatto la produzione nazionale, che sarebbe peraltro quasi sufficiente a coprire i consumi nazionali. Gli oli di oliva importati in Italia vengono infatti mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri dove sono state esportate 364mila tonnellate nel 2011. Non è un caso che secondo una analisi Coldiretti/Eurispes il 19,1% dell’olio extracomunitario importato in Italia nel 2010 è stato destinato alla provincia di Lucca, mentre il 10,1% alla provincia di Genova dove si trovano importanti stabilimenti.
     “E’ scandaloso che in un Paese come l’Italia che ha conquistato primati mondiali nella qualità dell’extravergine i cittadini siamo costretti a consumare, con l’inganno, prodotti scadenti ottenuti spesso mescolando prodotti di origine diversa”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che a dimostrarlo ci sono le ripetute denunce di frodi e sofisticazioni e i sequestri di prodotto adulterato effettuati dalle forze dell’ordine a partire dai Nas, dai Nac e dal Corpo Forestale dello Stato. Sotto accusa è anche la mancanza di trasparenza visto che quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia contengono miscele di diversa origine, per le quali è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate, secondo una indagine della Coldiretti. E questo nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.
     In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato il consiglio di Coldiretti, Symbola e Unaprol è quello di guardare con diffidenza ai prezzi eccessivamente bassi che non coprono neanche il costo delle olive, come dimostrano i numerosi e preoccupanti casi di sequestri di olio deodorato a basso prezzo effettuati dalle autorità di controllo. Consideriamo che una confezione da un litro di un buon olio extra vergine di oliva, prodotto al 100% con olive italiane, non potrebbe costare, mediamente al consumo, sullo scaffale di un supermercato, meno di 6 euro.
     L’attacco all’olio italiano - concludono Coldiretti, Symbola e Unaprol - mette a rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale che garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all’anno e un fatturato di 2 miliardi di euro. La produzione nazionale si concentra in Puglia (35%), Calabria (33%), Sicilia (8%), Campania (6%), Abruzzo (4%), Lazio (4%), Toscana (3%) e Umbria (2%). Sono 43 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione Europea.

LA PRODUZIONE 2011 DI OLIO D’OLIVA MADE IN ITALY

Regione
 
Produzione 2011
In tonnellate     
 
Produzione 2010
In tonnellate
 
 
Variazione
 
Piemonte
 
13
 
13
 
-
 
Lombardia
 
1.051
 
999
 
+5%
 
Trentino- Alto Adige
 
264
 
264
 
-
 
Veneto
 
1.442
 
1.309
 
+10%
 
Friuli- Venezia Giulia
 
30
 
34
 
- 13%
 
Liguria
 
4.446
 
3.557
 
+25%
 
Emilia Romagna
 
827
 
785
 
+5%
 
Toscana
 
11.070
 
18.449
 
-40%
 
Umbria
 
7.238
 
10.340
 
-30%
 
Marche
 
2.682
 
4.409
 
-39%
 
Lazio
 
17.337
 
28.895
 
-40%
 
Abruzzo
 
12.188
 
18.748
 
-35%
 
Molise
 
5.452
 
6.249
 
-13%
 
Campania
 
29.705
 
39.606
 
-25%
 
Puglia
 
1.665.36
 
161.078
 
+3%
 
Basilicata
 
6.220
 
6.220
 
-
 
Calabria
 
161.845
 
157.918
 
+2%
 
Sicilia
 
51.214
 
48.467
 
+6%
 
Sardegna
 
3.639
 
6.066
 
-40%
 
Italia
 
483.200
 
513.407
 
-6%
 

Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Ismea-Unaprol-Cno

LE IMPORTAZIONI E LE ESPORTAZIONI DI OLIO DI OLIVA

Anno
 
importazioni
in tonnellate
 
esportazioni
in tonnellate
 
1992
 
221.771
 
133.431
 
1997
 
485.774
 
198.496
 
2002
 
525.871
 
291.900
 
2005
 
468.129
 
334.232
 
2006
 
442.044
 
290.252
 
2007
 
513.420
 
294.513
 
2008
 
492.810
 
306.267
 
2009
 
470.027
 
294.420
 
2010
 
569.042
 
343.327
 
2011
 
583.967
 
363.561
 

Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Istat
 

 
IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

LA FORMAZIONE

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  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL  E’  IN POSSESSO DELLE SEGUENTI TRE CERTIFICAZIONI:
1) SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ - ISO 9001:2015 - Sottosettore IAF/EA: 37 - Progettazione ed erogazione di corsi di formazione professionali 2) ISO/IEC 27001:2022 - SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA DELLE INFORMAZIONI - Progettazione ed erogazione di corsi di formazione professionali   3) ISO 45001:2018 - SISTEMA DI GESTIONE PER LA SALUTE E SICUREZZA - Progettazione ed erogazione di corsi di formazione professionali  
  • IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL è Ente di Formazione impegnato nel sostegno e nella promozione di una visione ampia ed elevata della Formazione Professionale, che tiene conto del cambiamento e delle trasformazioni della società e della comunità locale nella quale opera, programmando i propri corsi, in considerazione delle tendenze del mercato del lavoro territoriale e delle figure professionali più richieste.
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Tra le attività formative organizzate da IMPRESA VERDE CAMPANIA SRL, vi sono:
  • Formazione professionale di I e II livello
  • Formazione specialistica
  • Aggiornamento, riqualificazione, formazione continua
  • Analisi dei fabbisogni formativi del territorio per Aziende e P.A.
  • Accesso ai finanziamenti regionali, nazionali e comunitari per le imprese ed enti locali
  • Studi e ricerche sulle problematiche occupazionali e formative
  • Realizzazione di attività di ricerca e consulenza
  • Supporto alla selezione del personale e delle risorse umane
  • Formazione specialistica dei tecnici e degli operatori del settore agricolo, alimentare e forestale, degli Enti territoriali e delle PMI operanti nelle zone rurali.
Orari di apertura della sede al pubblico  Via Mario Vetrone Snc  82100 - Benevento Lunedì – Giovedì 8.30 – 13.30 /15.00 – 18.00 Venerdì 8.30 – 13.30/15.00 – 17.00