Numerosi i visitatori presenti alla 31^ Sagra della Castagna IGP di Montella che si è chiusa nella tarda serata di domenica 10 novembre. Decine di migliaia di persone provenienti dalle provincie campane e da quelle delle Regioni limitrofe hanno gremito la bellissima cittadina irpina, per assaggiare e degustare il prelibato frutto e non solo.
La castagna, preparata e cucinata nei modi più diversi, dai primi piatti ai dolci oppure servita più semplicemente come caldarrosta, sicuramente l’ha fatta da padrone, nonostante le problematiche che il comparto sta attraversando e che questa Sagra ha inteso, anche, in un certo senso, esorcizzare, per ritornare quanto prima ai fasti degli anni addietro. In ogni caso, però, il fatto che l’evento attiri così tante persone è segno che la gente sa riconoscere i sapori veri, le eccellenze dell’agroalimentare e va a ricercarli laddove essi si “fanno”, nel loro territorio d’origine per avere certezza della provenienza. E questa ricerca dell’origine, la richiesta di un frutto genuino, di stagione e locale, garantito dall’IGP, è tanto più apprezzabile oggi che, per la prima volta nella storia, sulle tavole autunnali degli italiani ci sono più castagne straniere che nostrane, con le importazioni dall’estero che hanno superato in quantità la produzione Made in Italy scesa al minimo di sempre, secondo quanto emerge da un’analisi della Coldiretti che mette in evidenza il grave declino del prodotto alimentare simbolo dell’autunno nazionale e che Giovanni Pascoli chiamava "l'italico albero del pane".
Nell’ambito della Sagra, grande successo ha riscosso il Mercato di Campagna Amica, allestito in una location di pregio, quale il giardino di villa De Marco, che ha fatto da degna cornice ai prodotti, anch’essi di pregio, dell’agroalimentare irpino proposti dai produttori dell’associazione Agrimercato e della Coldiretti di Avellino. Sincero apprezzamento è stato espresso dai tanti visitatori che hanno gremito i gialli gazebo di Campagna Amica e che si sono congratulati con i produttori che riescono ancora ad offrire prodotti di eccellenza e genuini, in un sistema che ormai tenta di globalizzare tutto, anche i sapori ed i saperi antichi del mondo rurale. E che queste sagre, nonostante tutto, continuano a mantenere vivi.
Il percorso del gusto e del patto con il consumatore si è snodato lungo i viali di villa De Marco con oli, vini, ortofrutta, miele, confetture, formaggi, salumi e altro che facevano bella mostra di sé sui tavoli dei produttori.
Presente anche il patronato Epaca con la sua postazione d Punto Servizio Amico del Cittadino.
Interessante anche il convegno che si è tenuto nella mattinata di domenica a cui Coldiretti ha partecipato con il direttore regionale, Prisco Lucio Sorbo, su “Agricoltura, castanicoltura, criticità, sviluppo e risorse sostenibili per l’Irpinia”, moderato dal sindaco della città, Ferruccio Capone, a cui ha portato il saluto il presidente del Gal Irpinia, Vanni Chieffo. Nel suo intervento, a conclusione dei lavori, Sorbo ha evidenziato le motivazioni che hanno portato la Coldiretti irpina a collaborare con i quattro Gal della provincia per predisporre e presentare un progetto coordinato, a valere sulla Mis. 124 del PSR, che ricerchi le strategie più adatte per la ripresa del settore castanicolo. Si intende così orientare i produttori in un momento di difficoltà per capire cosa è meglio fare nella lotta al cinipide e alle altre problematiche fitosanitarie che interessano la coltura. Nella ripresa dell’agricoltura campana ognuno deve fare la sua parte. Saranno i campani a salvare l’agricoltura campana, se ognuno si assumerà le proprie responsabilità, non scaricando tutto sulla politica. Le aree interne negli ultimi anni hanno avuto grossa capacità di crescita. E’ soprattutto in queste aree che si possono creare quelle condizioni di benessere che vanno oltre il PIL, come attualmente inteso. Sorbo non ha mancato di rimarcare l’impegno di Coldiretti per la programmazione dei nuovi fondi strutturali 2014-2020, le cui risorse, per essere fruttuose, devono partire dall’individuare i bisogni delle imprese, quelli degli agricoltori attivi, i veri agricoltori, così come definiti nei Regolamenti della nuova Pac. In questo momento l’agricoltura è l’unica attività che riesce a dare una traiettoria di luce a tanti giovani rispetto alle difficoltà del momento. Sorbo ha concluso richiamando la problematica della terra dei fuochi e sull’attenzione da porre in campo, perché il problema non riguarda solo i prodotti di quel territorio, ma tutto il brand Campania dell’agroalimentare, perché gli speculatori sanno come approfittarne e la Regione Campania rischia di diventare la palla al piede della ripresa dell’agricoltura nazionale.
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