“L’Europa dei cittadini è ancora molto lontana dal realizzarsi compiutamente, le lobby contano ancora troppo e lo si vede bene. Nonostante tutto la nostra Italia è più avanti in tema di trasparenza e diritti dei consumatori e questo grazie alla pressante azione di tante associazioni, dei cittadini, dei consumatori e degli agricoltori che hanno convinto i nostri Governi e il nostro Parlamento ad assumersi il coraggio e la determinazione di respingere le pressioni e di operare nel rispetto della trasparenza”.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che è questa la lettura unica che si può dare a quel “mezzo aborto normativo” contenuto nell’accordo politico sull’etichettatura europea.
“Una volta tanto - ha sottolineato Marini - ci sentiamo orgogliosi di essere italiani e troviamo poche ragioni di gioire in una Europa cosi fatta. Ci auguriamo che la nostra legge sull’etichettatura obbligatoria degli alimenti già approvata dal Senato arrivi presto a compimento e che l’Italia la applichi quale atto di civiltà, di trasparenza e di libertà”.
Cosa è successo. Lo scorso 7 dicembre, nell’ambito del Consiglio Impiego, politiche sociali, salute e protezione dei consumatori (Ecosoc), l’Italia ha detto no a un testo di Accordo politico relativo alla proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla fornitura di informazioni sui prodotti alimentari ai consumatori. Tra le ragioni addotte dal nostro Ministero della Sanità vi è anche il punto sull’origine obbligatoria degli alimenti, ritenuto insufficiente rispetto alle richieste dei consumatori di conoscere la provenienza degli alimenti che acquistano.
La Coldiretti di Avellino, in una dichiarazione ufficiale dei suoi massimi vertici, ritiene non sufficiente l’Accordo raggiunto per garantire maggiore trasparenza lungo tutta la filiera ed è, pertanto, necessario mettere in atto azioni volte ad estendere l’obbligo di indicare la provenienza ad un numero maggiore di prodotti, soprattutto quelli trasformati che contengono prevalentemente prodotti agricoli, come, ad esempio, al pomodoro per la passata, alla frutta per la marmellata, al grano per la pasta, ecc.
18 Dicembre 2010
Dall’Europa un passo indietro sull’etichetta d’origine