La Coldiretti di Avellino invita tutte le Istituzioni ad assumere ogni iniziativa indispensabile alla salvaguardia e alla tutela dei prodotti agricoli. L’Associazione, con il presidente Francesco Vigorita e il direttore, Marcello De Simone, invita i Comuni, la Provincia, le Comunità Montane ad approvare una delibera che ribadisca la necessità di tutelare i prodotti “made in Italy”.
“In un momento di grave crisi – afferma il presidente di Coldiretti Avellino Francesco Vigorita – in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, il made in Italy e, in particolare quello agroalimentare, è universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva e di sviluppo del Paese. Da tempo – continua Vigorita – Coldiretti è impegnata in un progetto di tutela e valorizzazione del vero made in Italy agroalimentare su cui intende riportare l’attenzione delle Istituzioni, alla luce dell’intensificarsi dei rischi di contraffazione e concorrenza sleale verso i prodotti nazionali”.
“La diffusione dei prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica – dichiara il direttore della Coldiretti provinciale, Marcello De Simone – realizza un evidente danno all’immagine della produzione agroalimentare nazionale, raggirando i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole. La mobilitazione attivata da Coldiretti nazionale - continua De Simone – vuole evitare che quello che non è italiano venga spacciato per nazionale. Emblematico, in tal senso, è l’operato della Simest, società controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico, che di recente ha finanziato Parmacotto e Lactitalia impegnati in operazioni di investimento negli USA e in Romania, spacciate per internazionalizzazione, ma, in realtà, vere e proprie operazioni di delocalizzazione. Non può essere taciuto, infatti, che il sostegno di Simest si indirizza ad investimenti in attività di delocalizzazione che, oltre a costituire occasioni di concorrenza sleale ai prodotti italiani, sottraggono colpevolmente opportunità di lavoro ed occupazione al sistema Italia. Nei punti vendita che Parmacotto ha già aperto in diversi Stati dell’Unione Europea e degli Sati Uniti, dedicati alla salumeria tradizionale italiana, segmento di eccellenza del made in Italy e sinonimo di qualità e genuinità, si vendono alimenti realizzati con ingredienti e materie prime non italiane, confezionati sul posto con etichette e marchi che evocano prodotti tipici della gastronomia italiana e delle specialità regionali. Un problema, questo del furto di identità a danno del vero “made in Italy”, che il nostro presidente nazionale Sergio Marini ha sollevato nel corso dell’audizione alla Commissione Agricoltura della Camera l’8 novembre scorso”.
L’italian sounding ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all’anno e Coldiretti intende porre fine a questa situazione insostenibile e deprecabile. Invece che alla promozione e alla valorizzazione del vero made in Italy, assistiamo ad una vera e propria svendita della nostra economia, dei nostri territori e della nostra agricoltura che rischia di danneggiare irrimediabilmente il nostro vero e grande patrimonio.
Molti sono i Comuni che hanno già accettato di buon grado di manifestare il loro consenso all’iniziativa di Coldiretti approvando le delibere proposte ed impegnandosi a intraprendere tutte le azioni necessarie ad impedire l’uso improprio di risorse pubbliche per la commercializzazione sui mercati esteri di prodotti di imitazione dell’italian sounding e a favore invece dell’autentico “made in Italy”.
19 Novembre 2011
Coldiretti si mobilita a tutela del made in Italy