“Le risorse devono andare agli agricoltori professionali, quelli che lavorano e vivono di agricoltura”. A ribadirlo è stato il mondo agricolo, cooperativo e del sindacato dei lavoratori, rappresentato dalla Coldiretti, assieme alle altre organizzazioni agricole, Fedagri-Confcooperative, Legacoop agroalimentare, Agci-Agrital, Unci-Coldiretti, Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, con la presentazione al neo-ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, di un documento unitario sulle proposte di riforma della Politica agricola comune.
Nel testo si torna ad affermare che la definizione di agricoltore attivo deve essere demandata alla Stato membro. “Per quello che riguarda il nostro Paese l’agricoltore attivo è l’imprenditore agricolo professionale, singolo o associato, nelle forme individuate dalla normativa nazionale vigente sulla base della incidenza del tempo dedicato al lavoro agricolo sul lavoro complessivo e della incidenza del reddito agricolo sul reddito totale da lavoro.
Il requisito selettivo di “agricoltore attivo” si applica a tutti gli agricoltori beneficiari di pagamenti diretti a prescindere dall’importo erogato e con la sola eccezione degli agricoltori che accedono al “regime per i piccoli agricoltori”.
“Il documento comune sottoscritto dà forza all’Italia nel negoziato agricolo – ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – e toglie ogni alibi a chi nella divisione del mondo agricolo ricerca una giustificazione alle sconfitte negoziali. Con questo accordo non ci sono più le mezze misure. A Bruxelles o si vince o si perde tutti”. Le proposta della Commissione Ue sulla nuova Politica agricola comune (Pac) per il 2014-2020, prevede tagli all’agricoltura italiana per 1,4 miliardi.
19 Novembre 2011
Coldiretti: risorse Pac agli agricoltori attivi