Affollata la sala convegni della Camera di Commercio di Avellino per il convegno organizzato dalla Coldiretti irpina su “Lo sviluppo possibile: l’Irpinia tra agricoltura e idrocarburi – la proposta di Coldiretti”.
L’interessante incontro, moderato da Ivana Picariello, direttore del ”Corriere dell’Irpinia”, dopo i saluti del presidente della Camera, Costantino Capone e del presidente di Coldiretti, Francesco Vigorita, è entrato nel vivo con gli interventi di Alfonso Faia, coordinatore del Comitato “No petrolio in Alta Irpinia” e Marcello De Simone, direttore della Coldiretti provinciale. Sono seguiti i contributi di Raffaele Coppola e Domenico Gambacorta, rispettivamente assessore provinciale all’agricoltura e all’ambiente. Ha concluso i lavori il direttore regionale di Coldiretti, Prisco Lucio Sorbo.
Vigorita ha spiegato i motivi che hanno portato la Coldiretti ad organizzare l’iniziativa e a discutere su un tema di grande attualità portando attorno al tavolo i protagonisti del dibattito in atto nella provincia. Si tratta di sapere i fatti, conoscerli per assumere posizioni motivate e responsabili su una problematica che rischia di fare solo danni per l’agricoltura e il territorio e deludere ulteriormente le aspettative di sviluppo di questa Provincia.
E nel suo intervento Alfonso Faia ha esposto i fatti e la loro cronistoria così come sono andati sviluppandosi da circa un lustro a questa parte. Il Comitato “No petrolio in Alta Irpinia” si è mobilitato da tempo sul territorio contro le trivellazioni per la ricerca di gas e idrocarburi nel sottosuolo irpino per il grave rischio di impatto ambientale e i gravi danni che ciò arrecherebbe alle produzioni agricole ed agroalimentari, vera ricchezza della nostra Provincia, senza alcun ritorno significativo e sostenibile sul territorio. Le Istituzioni hanno preso coscienza tardi di ciò che una tale possibilità, ormai realtà con tutte le concessioni già date, può significare per il nostro territorio e solo ora si sta avviando una mobilitazione di massa che coinvolge tutti gli attori, singoli, Organizzazioni, Enti e Istituzioni locali. Faia ha riconosciuto alla Coldiretti una forte sensibilità e attenzione verso il problema nell’aver voluto ed organizzato questo convegno di informazione e conoscenza, che per la prima volta porta il discorso in un ambito più ampio, provinciale.
Il direttore Marcello De Simone, nel suo intervento, ha ribadito che per una corretta scelta di campo in merito a tale problema occorre mettere al centro di qualsiasi dibattito e ipotesi di sviluppo la strategicità del cibo, non solo della produzione primaria, ma del cibo che è il prodotto finito e che più immediatamente viene percepito dai cittadini e ne viene riconosciuta l’importanza, l’indispensabilità e il diritto a che sia sano, genuino e rintracciabile. L’Irpinia deve puntare sulle sue potenzialità endogene. L’Irpinia è ricca di eccellenze non solo in campo agricolo ed agroalimentare , ma anche nell’artigianato artistico, ricca di bellezze naturali e architettoniche che possono attrarre turismo, è su questo che occorre puntare per non rincorrere falsi miti dalla storia corta, come tanti esempi che sono sotto gli occhi di tutti e che in questi mesi stanno creando grandi difficoltà, e a volte anche drammi, sociali. L’Irpinia deve tornare a fare l’Irpinia e puntare sulla distintività e specialità delle sue produzioni, sul capitale sociale che da sempre l’ha caratterizzata. Il benessere di una popolazione e di un territorio non si misurano solo in termini di PIL, questo è solo un mezzo, ma per dare felicità occorrono altri beni, cosiddetti immateriali, come una natura sana, un cibo genuino, sicuro ed incontaminato, possibilità di aggregazione e di crescita sociale, la salvaguardia di un capitale storico-tradizionale che gran parte ha in Irpinia. Creare delle condizioni, cioè, che rendano la vita degna di essere vissuta in un ambiente sano e che non arrechino rischi alla salute e all’ambiente. “Uno sviluppo alternativo a quello dei grandi capitali è possibile – ha affermato De Simone -. L’agricoltura in questa provincia rappresenta il 3% del Pil, ma il suo vero valore è nella strategicità del suo posizionamento e nel valore aggiunto immateriale che essa crea ed è la forte esigenza che oggi avvertono i cittadini”. Come alternativo ad uno sviluppo industriale fine a sé stesso e che non ci appartiene, De Simone propone con forza i distretti agroalimentari ancora non normati dalla Regione Campania. E nella nostra Provincia almeno due si potrebbero realizzare da subito perché filiere già ben strutturare: la castanicoltura e la nocciolicoltura, ma non solo. Occorre lavorare in sinergia e mettere a sistema le iniziative proposte da vari Enti e che si disperdono in mille rivoli. Occorre puntare su “ricerca e sviluppo” con proposte che raccolgano le richieste del territorio e che ad esso e alle sue popolazioni ritornano in termini di realizzazioni concrete. Incentivare il consumo di prodotti locali nelle mense, scolastiche, ospedaliere, industriali; la collettività ne avrebbe grandi vantaggi, oltre a promuovere l’imprenditoria agricola, mettendo in moto un’economia locale che ha tutte le potenzialità necessarie. “E’ questo lo sviluppo che Coldiretti pensa per la nostra Provincia, che parte da premesse serie e locali e che non ha in mente solo il profitto per pochi e lo scempio del territorio per molti” ha ancora affermato De Simone.
L’assessore Raffaele Coppola ha parlato della necessità di salvaguardare il vero made in Italy di cui è ricca la nostra Provincia e combattere le speculazioni e le contraffazioni. L’assessore Gambacorta dal canto suo ha rassicurato che qualsiasi scelta che riguardi i territori, quindi anche quella del petrolio in Alta Irpinia, sarà fatta sempre coinvolgendo appieno le popolazioni locali che dovranno decidere in modo democratico e condiviso.
Il direttore regionale Prisco Lucio Sorbo, ha fatto riferimento agli anni, molti intensi, trascorsi in Irpinia da direttore Coldiretti. Ha sottolineato che il mondo agricolo deve essere coinvolto sempre nelle scelte che si vanno ad operare e che lo riguardano da vicino. All’interno della Filiera Agricola Italiana promossa da Coldiretti, l’Irpinia può muoversi agevolmente perché ricca di eccellenze. L’aumento del Pil ha senso solo se con esso cresce il benessere delle persone e dei territori e che non è solo di natura economica e materiale e spesso non è misurabile: “quanto costa godere della natura, delle sue bellezze, di cibi genuini e sicuri, di un ambiente incontaminato, di spazi di libertà e di socializzazione, mantenere vivi i valori della tradizione che cementano una società e l’identità di un popolo?”, si è chiesto Sorbo. E’ ciò che questa terra riesce ancora ad offrire ai visitatori provenienti dalle aree maggiormente urbanizzate e che appena possono ricercano questi valori che devono essere, quindi, tutelati e valorizzati.
9 Dicembre 2012
Coldiretti: Irpinia, lo sviluppo possibile