Si è svolto a Montoro Inferiore presso la sala consiliare del Comune, l’incontro conclusivo del progetto “Farmville”, ideato dal Consorzio dei Servizi Sociali Ambito A5 con sede in Atripalda, per la realizzazione sperimentale di Orti Sociali, sulla scorta di un’apposita Misura del Por FSE 2007/2013 della Regione Campania.
Gli attori di questa esperienza sono stati, oltre al Consorzio A5, quattro partner territoriali, l’associazione Gaia, l’associazione ADA, il circolo Legambiente di Solofra e la Coldiretti di Avellino.
Il progetto prevedeva la realizzazione di tre orti sociali nei Comuni di Atripalda, Montoro Inferiore e Montefalcione, tenuti da anziani adeguatamente formati con corsi di preparazione specifici.
Grazie a tale iniziativa, l’Ambito Sociale A5 ha aderito alla rete degli orti sociali di Campagna Amica e ha avuto una menzione speciale alla finale regionale della Campania del premio Oscar Green.
Il cibo, la terra e il lavoro: è questo il fertile terreno in cui affonda le radici la rete degli Orti sociali. La riscoperta della cultura del cibo e della sua salubrità è oggi, secondo l’idea di Coldiretti, uno degli obiettivi fondamentali da porsi per la società. Pochi consumatori conoscono la stagionalità e la tipicità della maggioranza dei prodotti agricoli. La cura di un orto insegna il rispetto delle stagioni e può far scoprire i prodotti della terra, tipici della Regione di appartenenza, di cui magari non si conosce nemmeno l’esistenza. Riappropriarsi del fine ultimo della fatica, il frutto della terra, dona gioia e gratitudine, sentimenti che non possono non migliorare la società in cui viviamo.
Al convegno di Montoro, oltre al presidente e al direttore del Consorzio, Salvatore Antonio Carratù, anche sindaco del Paese ospitante, e Carmine De Blasio, ed i rappresentanti delle Associazioni partner, ha partecipato anche Coldiretti Avellino con il dirigente Domenico Roselli, che ha parlato dell’importanza degli orti sociali per le comunità locali per due aspetti: culturale ed economico. In primo luogo, un valore culturale perché veicolano un messaggio di riscoperta della ruralità, delle potenzialità, delle risorse locali e del loro recupero, dei sapori veri e genuini dei prodotti agroalimentari, ma anche di recupero di terreni spesso residuali e, in secondo luogo, un valore economico, che crea sviluppo per le aziende locali ed il territorio tutto. Ed è proprio con queste finalità che Roselli ha lanciato una garbata provocazione ai rappresentanti delle Istituzioni presenti, sulla possibilità di arricchire e potenziare le mense scolastiche, ma anche ospedaliere e di altro tipo, favorendo la proposizione nei menu di cibi preparati con prodotti primari agricoli provenienti dal territorio stesso. Sarebbe un bel servizio reso non solo ai fruitori, ma anche ai produttori agricoli e, in definitiva a tutti i cittadini, con risvolti positivi non solo in ambito alimentare, per la qualità assicurata, ma anche sociale ed economico.
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