“Siate contagiosi”, questo l’augurio rivolto dal presidente confederale, Sergio Marini, agli oltre 3.000 giovani coldiretti presenti all’auditorium della musica a Roma per l’assemblea nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. “Tanti giovani, tutti insieme e tutti seri in un incontro che in termini di qualità e di entusiasmo non ha eguali”, così ha continuato Marini.
E davvero si è trattato di un appuntamento coinvolgente e di festa proprio a misura di giovane il grande evento romano sul tema: “Italia 150: il Paese che si rinnova – la filiera agricola tutta italiana per il ricambio generazionale”.
Ed entusiasti si sono detti anche i tanti giovani imprenditori agricoli irpini presenti all’assemblea e partiti all’alba da Avellino. Un momento di incontro veramente efficace e fruttuoso per toccare con mano il senso di un’appartenenza e sentire l’orgoglio di far parte di una grande Organizzazione che ha riportato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, della politica e delle Istituzioni, il settore agricolo con le sue potenzialità, ancora non del tutto dispiegatesi, e che sono una risorsa ancora tutta da valorizzare per il Paese e non solo per il settore stesso.
La folta rappresentanza di giovani irpini era guidata dalla delegata, Nicoletta Melillo Franzese, dal segretario, Giovanni Colucci, e accompagnata dal presidente provinciale, Francesco Vigorita e dal direttore, Marcello De Simone.
Molti gli stimoli e le indicazioni venute dall’incontro, con particolare riferimento all’universo giovanile, soprattutto agricolo, alle sue problematiche, ma anche alle sue tante potenzialità, nel corso della quale sono emersi positivi e costruttivi contributi senza mai cadere nella sterile rivendicazione. Il presidente Marini ha rilevato la vivacità della platea giovanile, che rappresenta uno spaccato dell’Italia vera, un’Italia che vale il 2% del PIL, “ma un 2% di pregio perché è quello che consente alla gente di stare a tavola felici, ben diverso da quella parte di PIL che si basa sulel nefandezze e che crea disperazione” L’agricoltura crea benessere, è questa che la rende un settore strategico del Paese e il cui contributo non è misurabile in termini meramente economici o di ricchezza finanziaria prodotta. I giovani in agricoltura sono una realtà da riconoscere nell’oggi non in prospettiva, in attesa di un loro protagonismo che stenterebbe altrimenti a farsi strada. E quali sono i problemi che oggi frenano l’affermazione dei giovani imprenditori? Li ha elencati il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio, nel suo applaudito intervento. In primis, il ricambio generazionale, sempre difficile. Esso è il miglior investimento che la nostra Italia dovrebbe fare. Una formazione vera che miri alle vere esigenze delle imprese, che intanto continuano a cercare invano competenze adeguate. Una ricerca che è più a misura di pubblicazioni per grandi luminari piuttosto che a misura d’impresa. “I giovani hanno maggiore capacità di innovazione – ha affermato Sangiorgio - , maggiore voglia di investire e sono più attenti a cogliere il nuovo. Hanno un maggiore orientamento al mercato, sapendo interpretare al meglio le tendenze della domanda, piuttosto che puntare esclusivamente sugli aiuti PAC”. Altri notevoli criticità del sistema Italia che non favoriscono un’adeguata affermazione dei giovani imprenditori è l’eccessiva burocratizzazione, che spesso scoraggia chi vuole intraprendere con tempi eccessivamente lunghi nella definizione delle richieste, e le difficoltà di accedere al credito per avviare l’attività. In questo Coldiretti sta mettendo in campo delle proposte per facilitare e dare concretezza alla voglia d’impresa che viene dai giovani, soprattutto in un momento di crisi come l’attuale. E poi c’è un altro aspetto che penalizza il settore agricolo: la grande arretratezza culturale. “Prevale ancora la visione produttivistica del PIL che marginalizza l’agricoltura e in questo modo si nascondono, soprattutto ai giovani, le reali opportunità che il settore è in grado di offrire”.
Interessanti contributi al dibattito sono venuti anche dai rappresentati delle Istituzioni e dei partiti presenti (Alemanno, Sacconi, Vendola, Birindelli, Scarpa Bonazza, Rosso, Letta, Alfano).
I commenti dei giovani coldiretti di Avellino sono stati tutti improntati all’ottimismo per un settore che è vivo e vitale e che appartiene ai giovani perché essi hanno voglia di innovare e continuare a starci dentro. I problemi e le opportunità evidenziate sono i problemi e le opportunità di tutti i giovani e di tutto il Paese. Ad Avellino, nei prossimi giorni, si terrà un’assemblea provinciale per affrontare questi argomenti a livello locale, partendo dall’analisi economica della Camera di Commercio e dagli stimoli venuti dall’incontro di Roma. L’immagine che resta del grande appuntamento di Roma, oltre al contagioso entusiasmo, è quella di un settore agricolo che ha ritrovato la sua identità e il suo ruolo nel Paese, con il riconoscimento ormai di tutti, e soprattutto dei consumatori, e in cui i giovani sono i principali attori.
21 Maggio 2011
Celebrata l’assemblea di Coldiretti Giovani Impresa