24 Giugno 2012
Castagne e cinipide: quale futuro

     Si è svolto venerdì scorso a Monteforte Irpino il previsto incontro-dibattito su “Il castagno e il cinipide: problemi e prospettive socio-economiche”. L’appuntamento si è tenuto presso la sede dell’Associazione socio-culturale “Fenestrelle” in località Borgo.
     Numerosi i partecipanti fortemente interessati al tema dell’incontro, di stringente attualità anche per una cittadina come Monteforte a prevalente vocazione agricola e dove la coltura del castagno copre gran parte del territorio e rappresenta una voce importante per l’economia di tante famiglie.
     L’incontro è stato organizzato dalla Coldiretti di Avellino, in collaborazione con l’Associazione “Fenestrelle”, la cui presidente, Caterina Valentino, ha introdotto i lavori, dopo il saluto del rappresentante dell’Amministrazione Comunale, Costantino Giordano, assessore alle politiche sociali.
     La presidente Valentino ha rilevato l’importanza dell’incontro che si è voluto proporre alla cittadinanza per far conoscere un problema che sta drammaticamente investendo i castagneti anche del Comune di Monteforte, dopo quelli del resto della Provincia. Parliamo dell’attacco del cinipide galligeno del castagno, un imenottero che colpisce solo i castagneti recando ingenti danni alle produzioni. E’ importante conoscere, quindi, il problema per poter comportarsi di conseguenza, mettendo in atto tutte le misure necessarie per debellarlo, senza rincorrere false soluzioni, spesso interessate.
     L’agronomo Salvatore Pizza della Coldiretti di Avellino ha fatto una vasta, precisa ed esaustiva presentazione dell’imenottero  Dryocosmus kuriphilus (cinipide del castagno): come è fatto, come si comporta, quale il ciclo biologico, come attacca il castagno, i danni che causa e quali sono le azioni che più si stanno dimostrando di successo per contrastarlo. E’ stato ribadito il concetto che Coldiretti esprime da tempo e cioè che la lotta biologica resta, alla luce anche delle più recenti ricerche, l’unica e più completa strategia di lotta al cinipide, e ciò al di là di scelte più o meno ideologiche. Difatti l’antagonista naturale del cinipide, il Torymus Synensis, si sta dimostrando molto efficace.
     Al termine dell’illustrazione di Pizza, diversi sono stati gli interventi da parte dei convenuti che hanno reso molto vivace il dibattito offrendo la possibilità di precisare meglio alcuni concetti.
     Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dal direttore di Coldiretti Avellino, Marcello De Simone. Il Direttore ha ribadito che la posizione di Coldiretti su questo tema resta ferma e coerente: occorre tutelare i castanicoltori affinché, nel frattempo che la lotta cominci a dare i primi frutti, non abbandonino la coltura con tutte le conseguenze facilmente immaginabili di carattere sociale ed ambientale. Coldiretti è attenta al produttore ed è a lui e in funzione della sua attività che devono essere indirizzate le risorse. De Simone ha tirato in ballo la politica e le Istituzioni che devono essere più attente al problema, trovando le risorse necessarie, per ciò che il castagno rappresenta anche per il disegno del profilo ambientale di gran parte del territorio regionale. Le azioni devono avere un unico coordinamento regionale e gli investimenti in nuovi lanci e impianti di centri di moltiplicazione del Torymus in loco devono essere tempestivi, evitando speculazioni, purtroppo sempre possibili. Le risorse devono essere finalizzate alla ricerca e a ristorare le aziende in difficoltà, ma anche a fare una corretta e obiettiva informazione, vista la confusione che ancora si riscontra in giro su questo problema. Occorre vigilare sull’uso delle risorse in considerazione del fatto che al tavolo castanicolo ministeriale c’è ancora la tendenza ad equiparare la castanicoltura da frutto e da reddito a quella con funzioni solo paesaggistica del centro nord Italia. Evitare che risorse destinate al mondo agricolo vadano a Enti e associazioni per attività spesso inutili e superate. Così come pure identica attenzione deve essere prestata a livello europeo per contrastare quei Paesi che ripetutamente, tentando di modificare le norme di qualità e commercializzazione, attentano alla qualità e tipicità delle produzioni nostrane.    

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