E’ un segnale importante che anche la Politica, finalmente, abbia raccolto l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla situazione del comparto castani colo. Infatti, in occasione della Audizione alla Commissione Agricoltura della Camera tenutasi il 13 ottobre u.s., Coldiretti ha evidenziato quali sono le principali esigenze per la tutela di questo settore. "E’ importante che anche la politica mostri interesse ad un problema che con il passare del tempo sta diventando sempre più grave considerato il rischio che corrono le castagne italiane". Lo ha sottolineato il Presidente della Coldiretti di Avellino Francesco Vigorita. “Si deve dare atto - continua Vigorita - al Ministero delle Politiche Agricole di aver costituito un tavolo di lavoro che sta definendo la predisposizione del piano di settore castanicolo triennale che dovrà essere però adeguatamente finanziato in quanto il problema non è di facile soluzione”.
Il castagno assume una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane del nostro Paese, dove svolge un ruolo fondamentale, oltre che con la produzione dei frutti, tutelata anche da numerose denominazioni di origine, del legname, ma anche come presidio del territorio e nella salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. Purtroppo, questo immenso patrimonio nazionale, già messo a rischio dall’abbandono delle zone di collina e montagna, da alcune patologie e dalla concorrenza internazionale, rischia di essere compromesso dalla diffusione dell’ennesima avversità di importazione, un insetto, il “Cinipide galligeno del castagno” (Dryocosmus kuriphilus), che attacca le piante, riducendo drasticamente, quantitativamente e qualitativamente, la produzione dei frutti e pregiudicandone la stessa sopravvivenza.
Il metodo di lotta individuato per ora come più efficace è l’immissione di un altro parassita orientale, il “Torymus sinensis”, capace di distruggere le larve di Cinipide. “Eppure - ha evidenziato il direttore della Coldiretti irpina Giuseppe Licursi - i risultati potranno essere valutati solo nei prossimi anni, per questo ora è importante intervenire con misure di sostegno per i produttori e campagne informative sulla prevenzione”. Importante anche predisporre adeguati strumenti legislativi per risarcire i gravi danni subiti dagli agricoltori, prevedere il rafforzamento delle misure fitosanitarie nazionali e riprendere, a livello comunitario, l’azione per l’inserimento del castagno tra le superfici a frutta a guscio oggetto di specifico finanziamento.
L’Italia è il terzo produttore mondiale di castagne, dopo Cina e Corea. In Italia sono a castagno il 7,5% delle superfici boscate, ovvero 780.000 ettari, di cui 55.908 ettari da frutto condotte da 34.160 imprese. Nel nostro Paese si producono dai 50 ai 70 milioni di chilogrammi di castagne, a seconda delle annate: il 46% in Campania (di cui circa il 60% nella provincia di Avellino), il 18% in Calabria, il 16% nel Lazio il 7,7% in Toscana ed il 5% in Piemonte.
15 Ottobre 2010
Castagne: audizione di Coldiretti alla Camera sulla crisi del settore