Nello scorso fine settimana presso l’agriturismo Oasi Masseria Sant’Elia di Giuseppe Resce, socio Coldiretti e Terranostra, accreditato quale “Punto Campagna Amica”, in Casalbore, si sono svolte due giornate intense e ricche di emozioni, in cui è stata rievocata la mietitura del grano così come si faceva in passato, manualmente e con la falce. Quasi un rito: la necessità di riscoprire il nostro passato e valorizzare quello che un tempo era una parte fondamentale del lavoro del contadino.
Quando si parla di mietitura tradizionale del grano, significa, in un certo modo, riscoprire le tradizioni della vita rurale, spensierata e semplice, al naturale, richiamare le radici culturali e la gastronomia di un tempo, la festa e il senso di comunità che una volta caratterizzava la vita dei campi e che dava identità ad un gruppo sociale. Tutto ciò ha portato anche alla riscoperta di un lessico e di termini, ormai scomparsi, soppiantati da un linguaggio anch’esso stantio e omologante. Si sono così sentiti pronunciare termini di forte impatto evocativo: cannilli, vantera, cappullo, vrazzularo, paglietta, il caporale, l’antiniero e, a seguire, paranza de meteturi e iermetaturi, l’acquaiuolo, l’accuogniregne che fa l’ausiellu, doppu cu lu carru porta le regne sull’aia, compone lu pignone o la casazza, la massara de la massaria, (porta lu cistu cu la culazione, pepini e patane fritte, nu muorzu de sausicchia - colazione del mietitore), lu cicinu cu l’acqua e nu becchieru de vinu, modi di dire e di fare che una volta caratterizzavano il lavoro dei campi.
Scenari di ruralità e di “civiltà” contadina che, anche se superati dall’evoluzione dei tempi e dalle modalità lavorative, e dalla stessa evoluzione del settore agricolo, ormai a tutti gli effetti settore economico e fattore di sviluppo integrato, restano momenti ancora oggi da riscoprire nella loro essenzialità, per i valori che li ispiravano, fuori da ogni nostalgia del “bel tempo andato”.
L’evento è stato organizzato dall’agriturismo Oasi Masseria Sant’Elia, in collaborazione con il Centro Sociale Terza Età di Casalbore, ormai unici custodi delle tradizioni rurali locali, memoria e testimonianza, oggi, indispensabile per ricostruire parte del nostro passato. Sono stati proprio gli anziani del Paese che hanno sostenuto e curato l’iniziativa e che, minuziosamente, hanno anche eseguito il restauro degli antichi attrezzi usati per la mietitura, rigorosamente manuale.
A seguire degustazione di piatti della gastronomia contadina a tema con prodotti aziendali, quindi, a chilometro zero, e poi spazio ai racconti e ai ricordi della memoria contadina degli stessi anziani, accompagnati dalle musiche e dai balli sull’aia con Giorgetto e Angelica, al suono di un antico organetto.
Al simpatico e dinamico Giuseppe Resce i complimenti della Coldiretti di Avellino.
14 Luglio 2012
Casalbore: festa della mietitura tradizionale