4 Marzo 2011
Agricoltori protagonisti della PAC post 2013

“Il documento rappresenta un deciso passo avanti verso la condivisione di un modello agroalimentare dove la centralità e il protagonismo tornano nelle mani degli agricoltori e del territorio, ma anche un forte pungolo a Governo e Parlamento italiano ed alla Unione Europea per sostenere una idea di futura politica agricola comune (Pac) decisamente orientata all’impresa agricola professionale che va al mercato e che opera sul territorio e ad una filiera agroalimentare gestita dagli agricoltori”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento al Forum sulla “Pac verso il 2020” promosso dal Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan. Il documento è quello sottoscritto da parte di tutte le rappresentanze della filiera (organizzazioni agricole, cooperative e sindacati, con esclusione dell’industria) sulla riforma della Politica Agricola Comune. Trasparenza, filiera corta, informazione ai consumatori, qualità, più efficaci strumenti di mercato, assicurazione al reddito, difesa del budget, sussidiarietà e semplificazione, ed ancora centralità del lavoro e contrasto alla rendita fondiaria, sono le parole chiave del documento e non vi è dubbio che ciascuna rappresenta un elemento fondamentale nel sostegno al progetto di Coldiretti per una “Filiera Agricola tutta Italiana” e firmata dagli agricoltori.
La riforma è un appuntamento determinante per l’agricoltura nazionale che vede come prioritaria la difesa del budget tenuto conto che - secondo una analisi della Coldiretti - l’Italia, pur realizzando il 12,5 % della produzione agricola lorda e il 17% del valore aggiunto comunitario ed essendo leader in Europa nella qualità e nel rispetto ambientale, riceve soltanto il 10% della spesa agricola dell’Unione. Si tratta - sostiene la Coldiretti - di risorse comunque rilevanti sul bilancio delle imprese agricole, considerato che negli ultimi cinque anni in media sono stati trasferiti all’Italia 4,5 miliardi di euro all’anno attraverso il Feoga.
“Il documento sottoscritto - afferma il presidente Marini - sostiene una Pac che favorisca la competitività dell’agricoltura sotto il profilo economico, ambientale e sociale, che sia in grado di innovare le attuali inefficienze nella fase di programmazione e gestione dell’offerta, che risponda alle domande dei consumatori in tema di informazione e trasparenza, che crei le condizioni per il protagonismo e la gestione diretta da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti per favorire l’occupazione, che ridia centralità al territorio e alla economia reale”. Si chiede al Governo un forte impegno per il mantenimento del budget agricolo nazionale e si confermano i pagamenti diretti disaccoppiati e la necessità di una redistribuzione graduale per superare il criterio storico. “E’ prevista - precisa il Presidente della Coldiretti - una qualificazione della spesa privilegiando agricoltori attivi e professionali, centralità del lavoro e contrasto delle posizioni di rendita fondiaria e si chiede un nuovo articolo 68 capace di premiare i comportamenti virtuosi, ma anche di rappresentare un’ancora per settori strategici o che necessitano di ristrutturazione”. Si propongono misure di mercato che privilegino soprattutto le assicurazioni ai prodotti e al reddito. Si sostiene uno sviluppo rurale che assuma una caratterizzazione decisamente più agricola rispetto al passato, che eviti dispersioni di risorse, che stimoli un modello produttivo, che combini sostenibilità economica sociale ed ambientale e che concentri le risorse verso le imprese e il mercato. Un Psr che finanzi gli investimenti tesi all’innovazione, all’organizzazione, alla promozione, all’accorciamento, all’efficienza e alla trasparenza delle filiere, con la richiesta del superamento dei limiti dimensionali per le imprese di filiera, ma solo nei casi in cui queste siano controllate dai produttori agricoli. In ultimo si concorda sul rafforzamento della sussidiarietà e sulla semplificazione delle procedure.
Coldiretti ha sottoscritto l’accordo ben sapendo che saranno gli atteggiamenti che assumeranno i vari firmatari nei prossimi mesi a chiarire se le firme sono state apposte per convincimento pieno o per opportunità consigliata dal particolare momento che vive la rappresentanza. Ci si augura che sia la prima fattispecie a prendere corpo e si lavorerà per quello. “Diversamente – afferma il presidente Marini -  sapremo come comportarci. La nostra strada la conosciamo bene e sappiamo come andare veloci per raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti”.  

IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

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