Molto importante e partecipato il convegno organizzato dal Gruppo di Azione Locale Cilsi nella ricorrenza del trentennale del terremoto che il 23 novembre 1980 devastò l’Irpinia e altre Provincie limitrofe. Nella sala consiliare del Comune di Lioni nella giornata di ieri sono convenuti diversi testimoni di quell’evento e autorevoli relatori, che nel fare memoria della catastrofe di 30 anni prima, hanno dibattuto sui problemi e sulle prospettive di sviluppo locale nelle zone interne proprio a partire dal terremoto e da quello che esso ha rappresentato per le popolazioni dei Comuni del cratere. Non si è trattato solo di un appuntamento celebrativo, come ribadito da vari interventi, ma di un momento di riflessione comune tra esperti di sviluppo locale. Un confronto su quello che è stato e su quale orientamento dare ad uno sviluppo di queste aree che sia sostenibile ed inclusivo e che dando valore al territorio e alle risorse locali, eviti una più spinta emigrazione e, quindi, spopolamento e depauperamento della cosiddetta Irpinia d’Oriente. Per la Coldiretti di Avellino, partner del GAL Cilsi, era presente il vice direttore Giovanni Colucci, che nel suo intervento si è soffermato sul ruolo dell’associazionismo economico e sociale a supporto degli operatori locali. Uno sviluppo duraturo e sostenibile deve essere integrato e abbracciare contemporaneamente tutti i settori economici. Uno sviluppo che non sia organico e complessivo, semplicemente non è. Colucci ha ribadito che occorre puntare ad un maggiore riequilibrio tra agricoltura, industria e servizi e non esclusivamente o prioritariamente su un solo settore, quello industriale, che in irpinia ha mostrato tutti i suoi limiti, perché spesso assolutamente scollegato dal contesto territoriale. Occorre puntare sulle risorse locali e saperle adeguatamente valorizzare, e l’agricoltura è una di queste. Oggi più di ieri c’è un ritorno di interesse per questo settore che attira sempre più nuovi investimenti, soprattutto per la possibilità che offre di fare impresa innovativa e diversificata nelle varie attività ad essa legate. “Valorizzare il locale per non essere fagocitati da una globalizzazione che sembra travolgere ed omologare tutto” - ha concluso Colucci.
“Con lo sguardo rivolto al futuro”, forse è questo il modo migliore per fare memoria del passato.
24 Novembre 2010
A trent’anni dal terremoto, lo sviluppo possibile