Per la prima volta sono stati messi in vendita i kit per falsificare i più famosi formaggi italiani, dal Parmigiano Reggiano al Pecorino Romano, dalla Mozzarella alla Ricotta. Lo ha denunciato la Coldiretti, alla presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura e del Governo, dal Forum dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio dove sono stati mostrati e sperimentati i miracolosi miscugli di pillole e polveri prodotti in Europa, Stati Uniti ed Australia, ma che possono purtroppo essere acquistati anche dall’Italia attraverso internet. Le confezioni, che promettono di ottenere una mozzarella in appena 30 minuti e gli altri formaggi italiani in appena due mesi, contengono recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a lipasi ed altre polveri, e garantiscono di ottenere prodotti caseari ben identificati che sono una chiara contraffazione dei nostri più celebri formaggi. Un danno economico e soprattutto di immagine incalcolabile che - sostiene la Coldiretti - mette a rischio la credibilità conquistata di prodotti divenuti simbolo del Made in Italy di qualità, grazie al lavoro di intere generazioni di allevatori e casari impegnati a rispettare rigorosi disciplinari.
Particolarmente grave - continua la Coldiretti - è il fatto che ad essere coinvolta sia una azienda della Gran Bretagna che fa parte dell’Unione Europea e che dovrebbe quindi intervenire direttamente per fermare questo scandaloso scempio.
Il kit commercializzato in Australia al prezzo di 81 dollari australiani, pari a circa 57 euro, consente – informa la Coldiretti - di preparare Parmigiano o Romano con piccole variazioni nella miscelazione degli ingredienti.
La Coldiretti chiede un intervento immediato delle autorità nazionali e comunitarie per evitare che si ripeta il fenomeno dei wine kit a danno dei nostri vini più conosciuti, che ha raggiunto una dimensione inquietante nel mondo e nell’Unione Europea dove si stima che almeno venti milioni di bottiglie di pseudo vino all’anno vengano preparati con semplici polveri che promettono di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette piu’ prestigiose, Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano.
La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari Made in Italy costa all’Italia trecentomila posti di lavoro che si potrebbero creare nel Paese con una seria azione di contrasto a livello nazionale e internazionale particolarmente importante in un momento di crisi, secondo il nuovo rapporto 2013 “Agromafie” sui crimini agroalimentari elaborato da Eurispes e Coldiretti. Con il fatturato del falso Made in Italy, che solo nell’agroalimentare ha superato i 60 miliardi di euro, la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’ area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione. Il fatturato delle esportazioni agroalimentari nazionali, che ha raggiunto la cifra record di 34 miliardi nel 2013, potrebbe addirittura triplicare, ma alla perdita di opportunità economiche e occupazionali si somma - sottolinea la Coldiretti - il danno provocato all’immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori. Il cosiddetto “Italian sounding” colpisce i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale. Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori che - conclude la Coldiretti - causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi, ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari come previsto dalla legge approvata all’unanimità dal Parlamento italiano all’inizio della legislatura e rimasta fino ad ora inapplicata.
19 Ottobre 2013
In vendita kit per falsificare i formaggi italiani