Si è svolto a Flumeri nell’aula consiliare il Convegno su “Economia della contraffazione dell’olio”, organizzato da Coldiretti Avellino. Un incontro che ha rispettato in pieno tutte quelle che erano le attese della vigilia, sia in termini dell’alto livello e di qualità degli interventi svolti, sia in termini di partecipazione e di interesse del numeroso pubblico intervenuto. La sala consiliare del Comune di Flumeri presentava un colpo d’occhio eccezionale, affollata in ogni posto, segno dell’attualità del tema trattato, molto sentito dagli agricoltori del posto, patria della Dop Irpinia Colline dell’Ufita dell’olio di ravece. Presenti numerosi rappresentanti delle Amministrazioni locali della zona, con Sindaci e Assessori, molti ufficiali del Corpo Forestale dello Stato di Avellino, della Guardia di Finanza e dell’Asl.
Ha moderato i lavori, Domenico Roselli, dirigente della Coldiretti provinciale. Ha aperto i lavori, il sindaco del Comune ospitante, Angelo Lanza, che ha salutato i convenuti e ringraziato la Coldiretti di Avellino per aver scelto il suo Comune per un convegno di così alto livello.
Un indirizzo di saluto l’ha rivolto alla platea anche il presidente dell’Associazione Provinciale Olivicola Irpina (Appoi), Ciriaco Petrilli, che con parole di profonda emozione ha ricordato la scommessa da lui fatta e vinta di riportare in auge la produzione olivicola in questa zona.
Si è passato poi al primo dei tre interventi previsti, quello di Rolando Manfredini, capo area responsabile qualità della Confederazione Nazionale Coldiretti, che ha parlato su “Economia della contraffazione: i prodotti che diventano italiani”. Un intervento puntuale che ha calamitato l’attenzione dei presenti perché ha trattato, in modo molto documentato, le tante frodi e contraffazioni che vengono perpetrate a danno del settore agroalimentare e che traggono in inganno il consumatore. Riferendosi alla recente mobilitazione della Coldiretti al valico del Brennero, Manfredini ha parlato dei danni provocati dall’agropirateria nel settore dell’olio, del latte, delle carni, del vino, della contraffazione dei prodotti a marchio d’origine. Ha parlato anche di corretta etichettatura per conoscere la vera provenienza dei prodotti. Nel mondo i cibi italiani sono sicuramente i più falsificati a causa della loro rinomanza. L’ “italian sounding” utilizza colori, parole, località, immagini che richiamano il Belpaese e la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima agricola favorisce tutto ciò.
Molto interessante anche il secondo intervento di Amedeo De Franceschi, vice comandante del Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF) del Corpo Forestale dello Stato, che ha trattato “La contraffazione dell’olio extravergine di oliva tra origine e qualità”. De Franceschi ha trattato di alcune esperienze concrete della sua attività e di quanti e quali siano i modi tramite i quali speculatori senza scrupoli riescono a immettere sul mercato falsi oli d’oliva extravergini di provenienza estera, spacciandoli per italiani. Di che ingente giro d’affari ci sia dietro questi comportamenti criminali. Purtroppo, in alcuni casi, è la stessa legge che, non contemplando completamente tutte le fattispecie di falsificazioni possibili, favorisce tali comportamenti.
Il rappresentante dell’Asl di Avellino, Giuseppe Carratù, tecnico della prevenzione, ha parlato su “Produzione, trasformazione e commercializzazione dell’olio irpino rispetto alle contraffazioni”. Ha posto fortemente l’accento sull’importanza di seguire le corrette prassi igieniche previste dalla legge a partire dalla fase di produzione per assicurare una qualità eccellente alle nostre produzioni.
Nel prosieguo dei lavori sono intervenuti il giornalista de “La Repubblica”, Antonio Corbo e il presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti, Giovanni Cusano.
Ha concluso i lavori Domenico Roselli che ha ringraziato i presenti per l’attenta e numerosa partecipazione. Ha rilevato l’importanza del parlare alla gente, dell’informazione, della diffusione del sapere tra i cittadini tutti, creando opportune occasioni, perché, conoscendo, siano messi nelle condizioni di scegliere con consapevolezza e responsabilità. E’ una grande azione, prima di tutto culturale, da intraprendere, perché nuovi comportamenti, anche in campo alimentare, diventino costitutivi delle persone, abito ordinario di ciascuno. E questo ruolo culturale, Coldiretti lo vuole svolgere fino in fondo per orientare i consumi verso il made in Italy di qualità perché così facendo si promuovono e si valorizzano le eccellenze proprie del nostro grande Paese, offrendo un insostituibile contributo alla sua ripresa sociale ed economica. Perché non accada più che nella patria dell’olio ravece si trovino nei ristoranti locali miscele di oli di dubbia od incerta provenienza. E’ quello che già si sta facendo con il progetto di Campagna Amica che sta sempre più innervando di sé le abitudini agroalimentari dei cittadini italiani. E’ questa la via su cui sempre più speditamente Coldiretti sta camminando convinti che si sta facendo il bene del sistema Paese.
14 Dicembre 2013
Convegno a Flumeri sulla contraffazione dell’olio