Si è svolto a Castel Baronia lo scorso giovedì il previsto incontro con i produttori agricoli della zona, organizzato dalla Coldiretti di Avellino con il Comune stesso, su sollecitazione dell’amico Pasquale Tanga. Erano presenti un gran numero di produttori agricoli che con molto interesse e partecipazione hanno seguito l’andamento dei lavori e dei contributi che si sono succeduti. L’incontro è stato introdotto dai saluti del sindaco, Carmine Famiglietti, del consigliere comunale, Michele Capobianco, della vice presidente del Forum dei giovani, Lucia Giso. Il presidente di Coldiretti Avellino, Francesco Vigorita, dopo l’intervento di saluto introduttivo, ha condotto i lavori della serata, in cui si sono succeduti gli interventi programmati del responsabile provinciale del CAA Coldiretti, Gerardo Palladino, del rappresentante dell’Associazione olivicola, Appoi, Fabio Aufiero, e del vice direttore della Coldiretti, Giovanni Colucci. Ha tratto le conclusioni dell’importante appuntamento il direttore della Coldiretti irpina, Marcello De Simone.
Nel suo intervento il sindaco Famiglietti ha evidenziato l’importanza che riveste ancora l’agricoltura in questi piccoli Comuni delle aree interne e montane della Campania e come sia necessario metterla a sistema con altri comparti per far sì che essa rappresentare un’occasione importante per mantenere la presenza delle famiglie in questi Comuni, non ingrossando ulteriormente il mercato del lavoro, in un momento storico di per sé già molto difficile. Gli ha fatto eco il consigliere Capobianco che ha chiesto politiche ed interventi mirati per questo comparto, con risposte chiare e praticabili. Dalle parole del consigliere è venuta fuori tutto il legame d’affetto che si prova per questi luoghi da parte di chi, per vicissitudini della vita, per un certo tempo ne è dovuto restare lontano. Appassionato l’intervento della rappresentante del Forum dei Giovani locale, Lucia Giso, che ha parlato della situazione giovanile del Paese e come sia percepito dai giovani l’attività agricola. Sollecitato in merito, il presidente Vigorita ha dato le prime risposte, spiegando cosa Coldiretti sta proponendo per dare riscontro alle giuste premure dei territori e delle imprese agricole, con il progetto per la costruzione di una “Filiera Agricola Italiana”, dove anche i giovani si possano ritrovare. Come sia importante che questo progetto sia assunto per intero dalle imprese per dare ulteriori sbocchi di mercato e di reddito alla loro attività. Soprattutto per le aree interne, dove spesso si trovano produzioni di nicchia e di qualità molto appetite dai mercati e dai consumatori. Molto la Coldiretti provinciale sta lavorando anche nella direzione di aprire interessanti prospettive di mercato per il grano duro, una rilevante coltura della zona, attraverso i Progetti Integrati di Filiera che mirano a sviluppare una filiera locale completa in collaborazione tra produttori e trasformatori.
L’intervento di Gerardo Palladino ha presentato le proposte, su cui si sta discutendo a livello europeo e nazionale, di Riforma della PAC per il periodo 2014-2020. Palladino ha evidenziato soprattutto le ricadute che tali proposte potrebbero avere sulle aree interne e montane dei Comuni irpini ed evidenziando come tali proposte abbiano a base una forte connotazione ambientale.
Fabio Aufiero, trovandoci in una zona forte vocazione olivicola, ha presentato i progetti che l’Associazione Appoi sta portando avanti per la qualificazione dell’offerta ed i nuovi adempimenti previsti per i frantoi nella tenuta dei registri telematici.
Giovanni Colucci, nel suo intervento, ha evidenziando le ragioni che stanno alla base della proposta Coldiretti per una “Filiera Agricola Italiana”, la rete ormai molto capillare e diffusa sul territorio di Punti Campagna Amica che garantiscono ai consumatori prodotti agricoli locali e a chilometro zero. L’intensa attività messa in atto per rendere riconoscibile l’origine dei prodotti, evitando speculazioni che danneggiano i produttori ed i consumatori, con le truffe del falso made in Italy.
Il direttore Marcello De Simone ha tracciato le conclusioni dell’incontro. Ha evidenziato che queste zone interne, queste “terre dell’osso”, hanno molto da offrire alla cosiddetta “polpa” della geografia socio-economica campana in termini di benessere di vita e di territori ancora incontaminati che dovrebbero rappresentare un importante valore aggiunto, unico, attraverso il quale dare distintività alle produzioni agricole locali. Occorre sicuramente fare sistema con le altre attività economiche che hanno alla base un forte legame con il territorio creando un marchio “Baronia” che potrebbe rappresentare un veicolo di promozione e rilancio dell’economia della zona. Un brand fortemente identitario di una zona e di produzioni, da elaborare in collaborazione con tutti i soggetti portatori di interessi del territorio, da poter spendere adeguatamente, anche attraverso le iniziative di Campagna Amica, nei contesti locali e nazionali.
15 Gennaio 2012
Castel Baronia: Coldiretti incontra i produttori