3 Settembre 2012
A Montemarano simposio sul vino aglianico

     Gran folla di imprenditori vitivinicoli presenti nell’auditorium comunale di Montemarano per parlare di aglianico nella sua terra di elezione.
     Organizzato dal Consorzio GAL Irpinia con la Coldiretti di Avellino, nell’ambito dell’evento “Terre di Aglianico - Montemarano Wine Experience” a Montemarano, si è tenuto sabato scorso 1 settembre il Simposio “Elementi di marketing internazionale dei vini terre di aglianico: tecniche di filiera corta”. All’importante dibattito, moderato dal giornalista Luciano Pignataro, ha portato il saluto il sindaco del paese, Beniamino Palmieri. La presentazione dell’incontro, per conto del Gal, è stata fatta dal presidente della Comunità Montana di Montella, nonché consigliere del Consorzio, Mario Marino. L’introduzione è stata affidata al direttore della Coldiretti irpina, Marcello De Simone. Sul tema specifico del convegno sono intervenuti: Domenico Bosco, responsabile vitivinicolo nazionale di Coldiretti (Agevolazioni europee per la promozione dei vini aglianico sui mercati esteri), Stefano Raimondi, responsabile linea alcoolici e bevande dell’ICE, (Nuove opportunità sui mercati esteri dei vini aglianico), Salvatore Farace, dell’Università degli Studi di Salerno (La crisi economica e le opportunità sui mercati esteri per le PMI vitivinicole). Ha concluso i lavori, Francesco Massaro, coordinatore dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura della Campania (Le politiche regionali per l’export vitivinicolo).
     Nella sua introduzione ai lavori, Marcello De Simone, ha rilevato l’importanza dell’incontro per una riflessione sulla situazione commerciale dell’aglianico a più voci e da diverse prospettive. Con la nuova OCM che permette lo zuccheraggio e le nuove tipologie di vini da tavola, c’è il rischio della delocalizzazione delle coltivazioni e per un prodotto come sono i vini di grande qualità, com’è l’aglianico, la territorialità è importante ed è un fattore insostituibile della sua tipicità e qualità. E’ indispensabile la presenza e l’operatività di un Consorzio di Tutela dei vini irpini efficiente e funzionante, capace anche di aprire opportunità di marketing e nuovi mercati per le tante piccole aziende del territorio. De Simone ha riproposto anche la necessità e l’urgenza di riequilibrare i rapporti all’interno delle filiera vitivinicola tra produttori e vinificatori, in modo da riconoscere ad ognuno il giusto valore. Occorre salvaguardare anche nel settore vitivinicolo una filiera produttiva che sia tutta agricola e tutta italiana, ecco perché occorre fare sistema, soprattutto tra le piccole imprese, con il contributo delle Istituzioni, che devono avere a cuore massimamente, molto più che in passato dove il settore non aveva i problemi di oggi, l’origine e la provenienza della materia prima viticola, onde evitare speculazioni e dequalificare il prodotto ingannando i consumatori e mortificando i produttori.
     Domenico Bosco ha dato un po’ di cifre per dire che c’è una forte esigenza di rafforzare la presenza dei vini italiani sui mercati extra UE. Occorre fare sistema perché da soli non si va da nessuna parte e, trattandosi spesso di piccole aziende, non si potrebbero sopportare da soli gli investimenti necessari per “aggredire” tali mercati emergenti e nei quali c’è forte richiesta, si pensa alla Cina, all’India, al Brasile, al Canada. E’ prevedibile che in Italia nel medio termine ci sia una riduzione del consumo di vino pro capite e diventa quindi indispensabile guardare ai mercati esteri. Bosco ha presentato le opportunità introdotte dalla nuova OCM vino per promozionare i vini europei sui mercati extra UE. Come ha riconosciuto anche Raimondi dell’ICE, c’è bisogno di conoscere bene questi mercati, sotto i diversi aspetti in causa, per non incappare in brutte sorprese.
     Francesco Massaro, infine, ha rilevato l’esigenza, anche in questo settore, di una decisa sburocratizzazione, per liberare le aziende dai tanti vincoli e metterle in condizione di poter meglio stare sul mercato, che è l’elemento che oggi fa la differenza e premia chi sa starci con un prodotto di qualità, non massificato verso il basso. E’ quindi verso i mercati ricchi, già strutturati, a cui bisogna indirizzarsi per offrire prodotti di qualità a prezzi congrui. E’ tempo di fare affidamento definitivamente sul Fascicolo aziendale che è la carta di identità dell’azienda.     

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IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

LA FORMAZIONE

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  • Formazione professionale di I e II livello
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  • Studi e ricerche sulle problematiche occupazionali e formative
  • Realizzazione di attività di ricerca e consulenza
  • Supporto alla selezione del personale e delle risorse umane
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