13 Settembre 2012
Tavolo in Prefettura su smaltimento dei residui vegetali

     Come preannunciato nei giorni scorsi dal procuratore della Repubblica di Avellino, Angelo Di Popolo, convocato dal Prefetto, dott. Umberto Guidato, presso la Prefettura si è svolto una riunione del tavolo tecnico per l’esame della problematica connessa alla pratica, molto diffusa sul territorio provinciale in concomitanza del periodo estivo e di inizio autunno, della bruciatura dei residui delle attività agricole, a seguito della pulitura del suolo e la preparazione alla raccolta, soprattutto per quanto riguarda i noccioleti.
     Al Tavolo, oltre ai rappresentanti di Coldiretti Avellino nelle persone del presidente e del direttore, Francesco Vigorita e Marcello De Simone, erano presenti i rappresentanti della Cia, del Corpo Forestale dello Stato, dell’Assessorato Provinciale all’Agricoltura, dell’Arpac e di Irpinia Ambiente.  
     La riunione arriva quasi alla fine di una campagna in cui molti sono stati gli accadimenti che hanno riguardato soprattutto i nocciolicoltori, con interventi di consiglieri regionali, Enti di servizio, Ordinanze di Sindaci poi revocate, sanzioni amministrative e minacce di denunce penali, sequestri, per chi bruciava i residui delle lavorazioni agricole, interventi spesso inopportuni, esagerati, contradditori e sopra le righe. C’è stato di tutto, ponendo spesso i produttori agricoli sul banco degli imputati, accusandoli come i principali responsabili dei roghi e degli incendi che si sono verificati in Irpinia in un estate di caldo record e scarsità di precipitazioni. Una problematica che ha preso le prime pagine dei giornali e di cui ognuno si è sentito in diritto di dire la sua, spesso facendo semplice terrorismo mediatico e fornendo dati allarmanti non comprovati da analisi aggiornate. Persone che spesso dell’agricoltura e dei suoi problemi si è sempre disinteressata.
     Al tavolo, che aveva carattere tecnico, è stato particolarmente approfondito l’aspetto riguardante le eventuali forme alternative alla bruciatura dei residui vegetali, al fine di evitare di incorrere in sanzioni e di scongiurare possibili rischi di incendi, salvaguardando al tempo stesso il lavoro dei produttori agricoli e la sicurezza dei cittadini. Una discussione, a tratti anche vivace, ma sempre tesa a trovare soluzioni condivise.
     I rappresentati di Coldiretti hanno evidenziato l’esigenza di mettere i corilicoltori in condizioni di poter lavorare in serenità e tranquillità. La pratica dell’abbruciatura sicuramente deve essere regolamentata rigidamente, ma bisogna tener conto della natura dei terreni coltivati a noccioleto, spesso in alta montagna e con forti pendenze, dove è difficile arrivare con mezzi meccanici. Occorre tenere in debito conto anche il ruolo ambientale e paesaggistico che rivestono i noccioleti e la loro funzione insostituibile nell’assicurare la tenuta idrogeologica del territorio. Se vengono abbandonati e non curati, i danni e le conseguenze saranno per tutti i cittadini, con frane e incendi che, allora sì, potrebbero più facilmente ingenerarsi. Occorre quindi a tutti i costi – hanno aggiunto Vigorita e De Simone – assicurare la presenza antropica dell’uomo in montagna, in luoghi spesso difficili anche da raggiungere, e far sì che il territorio non venga abbandonato a sé stesso. Tra l’altro, proprio per le condizioni orografiche, trovare colture alternative e sostitutive sarebbe impossibile. Il rischio dell’abbandono, quindi, anche per le condizioni reddituali offerte, è serio. D’altronde è la città ed un’urbanizzazione selvaggia che hanno invaso la campagna, e non certamente il contrario. Pertanto, oltre a rivestire un ruolo importante nell’economia della Provincia e a rappresentare un’interessante fonte di reddito per tante famiglie agricole, parlando di nocciole, sono da tenere presenti tutti questi aspetti di carattere sociale ed ambientale che girano intorno alla coltura.  
     L’incontro si è concluso con la costituzione di un tavolo di lavoro ristretto che nei tempi brevi dovrà trovare proposte praticabili per lo smaltimento dei residui vegetali, tenendo conto delle esigenze di tutte le parti in causa e di tutto quanto detto nella riunione. Intanto, è stato incaricato il Corpo Forestale dello Stato di Avellino di svolgere gli opportuni approfondimenti tecnico-informativi in merito.

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