“Il 46% degli italiani è preoccupato che la produzione di cibo non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno della popolazione e per questo l’84% ritiene che si dovrà produrre più cibo in futuro, per essere meno dipendenti dalle importazioni. Ed è per questo che bisogna fermare l'erosione di terra fertile con buone norme, ma soprattutto con riforme delle politiche agricole che sappiano offrire opportunità di reddito ed evitare l'abbandono da parte delle imprese agricole”. E’ quanto è emerso da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro, resa nota in occasione del convegno “Il futuro della Politica Agricola Comunitaria - III Conferenza nazionale” alla Fiera del Levante di Bari, alla quale ha partecipato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. L’esperienza di questi ultimi mesi - ha sottolineato Marini - dimostra che basta il mix esplosivo degli eventi climatici e della speculazione per far saltare l’equilibrio dei mercati mondiali che si trovano già sotto la pressione della crescita della popolazione mondiale, della richiesta di biocarburanti e dell’aumento dei redditi in Paesi come la Cina che spinge al maggiore consumo di carne.
Se in Italia va fermata la progressiva erosione di terra fertile, come previsto dal disegno di legge presentato dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania e dal premier Mario Monti al Consiglio dei Ministri, in Europa - ha precisato Marini - occorre investire sulla Politica Agricola Comune (Pac) dalla quale dipende molto del futuro del cibo, dell’ambiente, del paesaggio e della qualità della vita dei cittadini europei. L'Italia e l'Europa - ha continuato Marini - non possono permettersi di rimanere senza cibo, che è tornato ad essere un fattore strategico di stabilità economica e sociale.
Se oggi il problema non è ancora quello della insufficiente produzione di cibo, ma della difficoltà di accesso, nel prossimo futuro è presumibile - ha sostenuto Marini - che le difficoltà diventino quantitative soprattutto se non verrà mantenuto in Europa un sistema produttivo agricolo efficiente con la Politica Agricola Comune. La riforma - ha precisato Marini - deve dare una risposta agli agricoltori in termini di stabilità dei redditi di fronte alla volatilità provocata dalla speculazione e dagli eventi climatici, ma anche una risposta ai cittadini con una agricoltura sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale che sappia offrire cibo di qualità al giusto prezzo.
Non solo una forte difesa del budget per l’unica politica europea realmente integrata, ma soprattutto l’ occasione - ha affermato Marini - per riqualificare e legittimazione la spesa verso l’agricoltura. La volatilità dei prezzi colpisce soprattutto il reddito di chi vive e lavora solo di agricoltura che deve essere quindi l’unico soggetto destinatario delle misure comunitarie. Attenzione anche agli strumenti di stabilizzazione del reddito come le assicurazioni e i fondi mutualistici. L’Italia ha dimostrato in Europa di essere tornata ad avere il ruolo che merita nei confronti degli altri Paesi membri. Lo stesso atteggiamento - ha concluso Marini - ci attendiamo venga assunto anche rispetto alla riforma della Politica agricola comune.
16 Settembre 2012
46% di italiani teme “carestia”: serve ritorno alla terra