Sempre più caldo il problema dello smaltimento dei residui delle produzioni vegetali agricole.
Gli agricoltori sono disorientati ed esasperati perché da qualche tempo, soprattutto a seguito di una Nota del Procuratore della Repubblica di Avellino, Angelo Di Popolo, non hanno più certezze circa le modalità di smaltimento dei residui colturali, soprattutto per quanto riguarda la noccioli coltura e la castanicoltura. Pratiche agricole consolidatesi negli anni e che mai hanno provocato danni a persone o cose, ma, anzi, hanno rappresentato un baluardo contro il dissesto idrogeologico e il mantenimento del paesaggio agrario, tutto ad un tratto diventano fuorilegge, non solo, ma a chi è scoperto nell’appiccare il fuoco a foglie e ramaglie, gli viene elevato un verbale di sequestro dei cumuli di rifiuti (che gli vengono anche affidati in custodia) al fine dell’accertamento del reato di smaltimento illecito di rifiuti!
Coldiretti, sin dall’anno scorso, allorché scoppiò il problema della bruciatura dei residui delle lavorazioni agricole, ha attenzionato il problema e fatte una serie di incontri e riunioni con produttori ed Istituzioni interessate (Prefettura, Regione, Provincia, Arpac, Corpo Forestale dello Stato, Comuni) per trovare una soluzione che permettesse ai produttori di lavorare in tranquillità e serenità, con norme certe e condivise, e salvaguardare la sicurezza dei cittadini.
Ma purtroppo ad oggi non si è ancora giunti ad una soluzione del problema. Abbiamo quasi la sensazione che nessun Ente voglia cimentarsi seriamente o, quantomeno, confrontarsi, su tale problema. E intanto i produttori non sanno cosa fare, abituati da sempre a rispettare le leggi. Tra l’altro, la non pulizia del suolo agricolo, lasciando i residui a terra, intasa le vie di scolo dell’acqua piovana, con conseguenze facilmente immaginabili in casi di forti piogge.
Abbiamo avanzato diverse richieste alla Prefettura perché ci convocasse per affrontare concretamente il problema. Ma ad oggi niente è successo nonostante ci fosse stato un impegno di rivedersi a breve, dopo l’unico incontro dell’11 settembre scorso, in cui si incaricò il Corpo Forestale dello Stato di avanzare delle proposte in merito alla questione.
Intanto, la situazione è ulteriormente peggiorata. I produttori sono esasperati perché non hanno risposte. La pazienza ormai è finita. Abbiamo rivolto, come Coldiretti, una nuova richiesta di convocazione al Prefetto per evitare che la situazione, già di per sé difficile da gestire, possa ancora di più degenerare, con il rischio di sfociare in episodi incontrollabili che potrebbero incidere anche sulla tenuta dell’ordine pubblico.
Le stesse Amministrazioni Comunali interessate sono quotidianamente sollecitate dai coltivatori affinché si arrivi ad una qualche soluzione. I produttori hanno messo in atto solo una normale pratica agricola in uso da anni in tutta la Regione Campania. Il malcontento cresce. Gli agricoltori chiedono solo di poter svolgere il loro lavoro con serenità e tranquillità.
La Coldiretti non esiterà un solo momento a dichiarare lo stato di agitazione del settore se ancora una volta le sue richieste, legittime e responsabili, non dovessero avere riscontro. E saprà indicare le responsabilità nel caso in cui l’esasperazione si concretizzi in fatti spiacevoli e sicuramente condannabili.
19 Novembre 2012
Coldiretti chiede incontro in Prefettura