“Esprimiamo una prudente soddisfazione per l’annunciata disponibilità delle manifatture ad assumere adeguati impegni all’acquisto del tabacco coltivato in Italia, ma continueremo a presidiare tutti i prossimi appuntamenti in attesa della loro formalizzazione”. E’ quanto ha affermato Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente dell’Organizzazione Nazionale Tabacco (Ont) nel commentare le dichiarazioni rilasciate dagli Assessori all’agricoltura della Regione Campania, Vito Amendolara, e dell’Umbria, Fernanda Cecchini, che sono scesi tra il migliaio di coltivatori di tabacco provenienti da tutte le regioni produttrici (Campania, Veneto, Umbria, Toscana e Lazio) che ieri hanno manifestato a Roma davanti alla sede del Ministero delle Politiche Agricole in via XX Settembre, in occasione degli incontri bilaterali tra i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero delle Politiche Agricole e le singole manifatture. In Italia - sottolinea la Coldiretti - ci sono oltre 29mila ettari coltivati a tabacco, soprattutto in Campania, Veneto, Umbria, Toscana e Lazio, in oltre 5700 aziende che garantiscono ben 33 milioni di ore di lavoro all’anno solo nelle campagne.
“Il tabacco è un’importante risorsa, economica, sociale e occupazionale, per il Paese” afferma il presidente di Coldiretti Avellino, Francesco Vigorita, che ha guidato la numerosa delegazione di tabacchicoltori irpini presenti a Roma. Sono a rischio in Italia oltre sessantamila posti di lavoro se non ci saranno adeguati impegni all’acquisto del tabacco coltivato in Italia da parte delle manifatture che peraltro realizzano sul mercato nazionale importanti profitti con la vendita delle sigarette. I tabacchicoltori hanno avviato la mobilitazione perché - ha precisato la Coldiretti - le imprese di prima trasformazione continuano a non rispettare i prezzi contrattuali perché non hanno ancora la certezza della vendita alle manifatture.
“Laddove non dovessimo riscontrare attenzione - ha precisato Vigorita - metteremo in campo tutte le azioni per raggiungere questo obiettivo, perché il mercato italiano delle sigarette è un mercato ricco ed è giusto che quelli che vendono si impegnino pure ad acquistare il prodotto nazionale. Questa non deve essere una contrapposizione tra soggetti della filiera, ma un’azione di tutto il sistema Paese per garantire la sopravvivenza di una coltivazione che offre un importante contributo all’occupazione in tempi di crisi”, ha concluso Francesco Vigorita. La Coldiretti ha avviato un’azione sinergica tra i protagonisti della filiera e le Istituzioni, nazionali e regionali, per convincere le manifatture internazionali a continuare ad acquistare il prodotto in Italia. “E’ importante che anche le altre manifatture confermino gli acquisti di prodotto italiano a volumi tali almeno pari a quelle delle scorse campagne come ha già fatto la Philip Morris sulla base dell’accordo triennale sottoscritto con Coldiretti” aggiunge il direttore della Coldiretti irpina Giuseppe Licursi.
In Campania, la coltura tabacchicola rappresenta il 48% della produzione nazionale e il 30% di quella comunitaria, con 15.500 ettari e circa 15.000 aziende impegnate nella coltivazione per 50.000 tonnellate prodotte nel 2010.
17 Febbraio 2011
Manifestazione tabacco a Roma: prudente soddisfazione