Continuiamo con la presentazione delle altre proposte regolamentari di Riforma della Politica Agricola Comunitaria 2014-2020 presentate il 12 ottobre scorso dalla Commissione Europea.
FLESSIBILITA’ TRA PILASTRI
Viene introdotta una certa flessibilità per i trasferimenti tra i pilastri per gli anni 2014-2020:
- Dal 1° pilastro al 2° pilastro (fino al 10% di pagamenti diretti) per consentire agli Sati membri di rafforzare la politica di sviluppo rurale;
- Dal 2° pilastro al 1° pilastro (fino al 5%) per gli Sati membri il cui livello di pagamenti diretti rimane inferiore al 90% della media UE (Bulgaria, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito)..
Tale decisione deve essere notificata alla Commissione entro il 1° agosto 2013.
SVILUPPO RURALE
In linea generale, la politica di sviluppo rurale riflette gli obiettivi politici enunciati nella strategia Europa 2020.
Il 2° pilastro della PAC è destinato a funzionare in modo coordinato con il 1° pilastro, così come con altri fondi comunitari. In particolare con: FESR, FSE, Fondo di coesione e il Fondo per la politica marittima e la pesca marittima europea. Il 2° pilastro farà infatti parte di un Quadro Strategico Comune per meglio armonizzarsi con le altre politiche europee.
In questo contesto, l’Esecutivo comunitario ha definito gli obiettivi strategici a lungo termine della politica di sviluppo rurale volti a contribuire alla competitività del settore agricolo, alla gestione sostenibile delle risorse naturali, alle azioni sul clima e ad uno sviluppo bilanciato delle risorse naturali delle zone rurali.
Gli obiettivi generali della Politica di Sviluppo Rurale 2014-2020, si concretizzano in sei priorità:
1. Traferire le conoscenze e promuovere l’innovazione in agricoltura, silvicoltura e nelle zone rurali;
2. Rafforzare la competitività di tutti i tipi di agricoltura e migliorare la produttività agricola;
3. Promuovere l’organizzazione della catena alimentare e la gestione del rischio in agricoltura;
4. Ripristinare, conservare e valorizzare gli ecosistemi che dipendono dall’agricoltura e dalle forestali;
5. Promuovere l’efficienza delle risorse e sostenere la transizione verso un’economia a basso carbonio e resistente ai cambiamenti climatici nel settore agricolo, alimentare e forestale;
6. Promuovere l’inclusione sociale e la riduzione della povertà, lo sviluppo economico nelle zone rurali.
Tali priorità sono destinate ad essere la base per la programmazione nazionale. Questa impostazione porta all’abolizione dell’attuale struttura per Assi.
SOTTOPROGRAMMI TEMATICI
Per la prima volta gli Stati membri possono includere nei loro programmi di sviluppo rurale, sottoprogrammi tematici che contribuiscono alle priorità dell’Unione nello sviluppo rurale, finalizzate a soddisfare esigenze specifiche individuate, in particolare in relazione a:
a) Giovani agricoltori;
b) Le piccole aziende;
c) Zone di montagna;
d) Le filiere corte.
MISURA SULLA COOPERAZIONE
Tale misura prevede di finanziare azioni per promuovere la cooperazione tra più soggetti della catena agroalimentare europea, del settore forestale e tra glia altri potenziali attori che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo rurale. Viene previsto un sostegno specifico alla filiera corta. Sarà infatti possibile sostenere la cooperazione orizzontale e verticale tra gli attori della filiera per la definizione di piattaforme che promuovano la filiera corta e i mercati locali. Allo stesso modo, a livello locale sarà possibile promuovere attività legate allo sviluppo di circuiti corti.
Il processo decisionale della nuova PAC si preannuncia lungo e complesso, essendo parte integrante di decisioni che coinvolgono tutte le politiche UE. Il caposaldo di tutti i provvedimenti è il nuovo Quadro Finanziario 2014-2020, dove saranno definite le risorse per la nuova PAC. La Commissione ha già formulato la sua proposta in merito il 29 giugno 2011 prevedendo un taglio del 12,6% del budget per la PAC al 2020.
LA POSIZIONE DI COLDIRETTI
| “La proposta così come è non va bene e si prospetta ora una trattativa tutta in salita, ma è certo che siamo pronti a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma della PAC più equa e giusta”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini che, in riferimento al varo da parte della Commissione della proposta di riforma della Politica Agricola Europea (PAC), sottolinea che “in un momento di forte crisi economica, le risorse vanno indirizzate verso una agricoltura che dà risposte in termini di competitività, occupazione, sicurezza alimentare e soprattutto verso chi l’agricoltura la fa sul serio e ci vive”. Invece di definire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente fanno, il testo li definisce - denuncia Marini - solo in base alla quantità di aiuti che ricevono premiando così le rendite e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimenti. La proposta, tra l’altro, prevede una riduzione del budget che - conclude Marini - l’Italia non merita affatto, anche considerando che aumenta in modo significativo il divario tra le risorse che il nostro Paese versa all’Unione Europea e quello che recupera attraverso la Politica agricola. In gioco - riassume la Coldiretti - ci sono per l’Italia circa 6 miliardi di fondi comunitari all’anno per i prossimi sette anni, ma soprattutto il futuro di 1,6 milioni di imprese agricole che danno occupazione a circa un milione di dipendenti e che garantiscono il presidio territoriale di oltre 17 milioni di ettari di terreno coltivato dal quale nascono produzioni da primato che danno prestigio e competitività al Made in Italy nel mondo. |